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Biomasse, energia prodotta dagli scarti agroalimentari

L'incontro sulle energie alternative

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Si parla tanto di energie alternative, di problemi legati all'inquinamento prodotto da scorie. Mi chiedo per quale motivo la tecnologia italiana non sia in grado di sperimentare, ad esempio, un impianto che sia utilizzato in prevalenza dalle piccole e medie imprese di cui la nostra Regione abbonda, che trasformi in energia gli scarti industriali? Oppure c'è ma se ne parla poco perché non fa notizia? Mi piacerebbe che «Il Tempo» rispondesse a questo mio quesito perché progettare impianti che sviluppino l'efficienza energetica è un fatto di civiltà diffuso nella stragrande maggioranza dei paesi europei, ma non in Italia. Lettera firmata Da oggi gli scarti delle imprese della filiera agroalimentare potranno trasformarsi in energia, con un risparmio notevole per l'ambiente e la valorizzazione dell'intera filiera. Nasce a Colleferro, presso l'incubatore di Bic Lazio, il primo impianto a microturbina alimentato da biomasse esistente in Italia, che ha l'obiettivo di sviluppare l'efficienza energetica. Piccolo e compatto ma con una potenza di 100 kilowatt eviterà di disperdere ogni anno circa 800 tonnellate di anidride carbonica e produrrà energia in grado di soddisfare le necessità di un piccolo insediamento industriale o di riscaldare l'equivalente di 33 appartamenti. L'inaugurazione di questo importante impianto ha visto ieri la presenza degli assessori regionali alle pmi, all'ambiente e al lavoro, Daniele Fichera, Filippo Zaratti e Alessandra Tibaldi. L'impianto è stato realizzato, infatti, con il supporto economico della Regione e servirà ad alimentare l'incubatore di Colleferro che funzionerà con energia prodotta da residui di lavorazione. Proprio questo è il segreto del nuovo polo regionale per le biomasse. Si tratta di una «microisola energetica ad alta efficienza», che converte le biomasse disponibili sul territorio (ovvero tutti i prodotti delle coltivazioni agricole, compresi i residui delle lavorazioni e tutti i prodotti organici derivanti dall'attività biologica degli animali e dell'uomo), in elettricità, riscaldamento e raffreddamento. Più semplicemente, trarre energia dalle biomasse permette di eliminare i rifiuti prodotti dalle attività umane, trasformali in energia e ridurre la dipendenza del petrolio. «Le energie alternative non sono solo una questione legata alla tutela dell'ambiente - spiega il Presidente di BIC Lazio, Enrico D'Agostino - ma anche una grande opportunità di crescita economica». Uno degli scopi dell'impianto a sperimentazione attuata è proprio quello di progettare altri sistemi di generazione di energia sulla base di esigenze specifiche: ad esempio, per una impresa che produce carta che abbia molti avanzi di lavorazione, potrebbe essere progettato un impianto che generi energia utilizzando questi scarti. Non è un caso che l'impianto nasca a Colleferro, area ricca di imprese e di enti locali dove la filiera agroalimentare è protagonista e ha bisogno di interventi di questo genere per investire sul futuro.

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