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Narcotest: boom di richieste fra i parlamentari

Carlo Giovanardi

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Al via da lunedì il test volontario antidroga per i parlamentari che vorranno sottoporvisi ed è boom di richieste. A confermare la quantità di domande è lo stesso sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega alle politiche antidroga, Carlo Giovanardi, che ai giornalisti così risponde: "da quello che ho sentito penso che saranno molto numerosi i colleghi che approfitteranno di questa opportunità che viene data dal dipartimento". Il sottosegretario nota anche: "c'è un problema non piccolo visto che il parlamento è in qualche modo al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica con una serie di rilievi o anche di illazioni verso le quali i parlamentari fanno benissimo a garantire e a rivendicare la loro onorabilità e a dimostrare quindi che non è assolutamente vero che la droga sia diffusa in parlamento e che lo stesso parlamento sia una sorta di fumeria d'oppio". A confermare il fatto che stiano arrivando "un sacco di richieste" per sottoporsi volontariamente al test è il capo dipartimento Giovanni Serpelloni. I parlamentari che decideranno di partecipare potranno sottoporsi, spiega al test negli ambulatori della presidenza del consiglio. Presidi dove potranno accedere in totale privacy e in totale anonimato. Tutti gli esami non saranno infatti collegabili ad un nome. I parlamentari che si saranno sottoposti al test avranno la possibilità di andare a ritirare i risultati in base ad un codice. "Noi non conosceremo i nomi dei parlamentari. Conosceremo esclusivamente il dato aggregato" di quanti saranno risultati negativi al test e di quanti risulteranno positivi. Un dato generale che, secondo il sottosegretario Giovanardi, dovrebbe poter essere reso pubblico mentre sara' invece il singolo parlamentare a decidere se rendere o meno nota la propria partecipazione al test e il risultato conseguente. I parlamentari potranno sottoporsi a un test delle urine per rilevare eventuale consumo di «cocaina, cannabis, anfetamina, eroina», spiega Giovanni Serpelloni, direttore del Dipartimento politiche antidroga della presidenza del Consiglio. I laboratori utilizzati saranno però segreti, anche per evitare fughe di notizie incontrollate, mentre «gli ambulatori saranno quelli della presidenza del Consiglio - spiega Serpelloni - dove i parlamentari possono accedere in totale privacy e anonimato». Tutti gli esami, infatti, non saranno collegabili a un nome ma a un codice. Lo stesso parlamentare potrà ritirare il risultato utilizzando il suo codice pin. «Noi non conosceremo - prosegue Serpelloni - i nomi dei parlamentari, ma solo il dato generale». Un dato, assicura Giovanardi, che «sarà reso pubblico perchè non viola la privacy. Sarà invece il singolo parlamentare a decidere se rendere noto il risultato del suo test». Anche il presidente della Provincia di Roma Zingaretti è favorevole al narcotest. "Sono d'accordo nel fare test antidroga ai politici, io non avrei alcun problema nel farlo, neanche fumo e non nascondo nulla. Ma bisogna stare attenti sull'onda dell'emotività a non lucrare su disastri umani per piccole rendite di posizioni politiche. Deve esserci la massima trasparenza su noi amministratori. La gente, però, chiede soprattutto controlli sui politici riguardo arricchimenti facili, appalti, condizioni patrimoniali. Credo che per un politico la trasparenza sia soprattutto questa. Per questo motivo noi qui alla Provincia di Roma abbiamo approvato una mozione, proposta dal partito radicale e che domani presenteremo in una conferenza stampa, che rende obbligatoria la pubblicazione online della condizione patrimoniale degli eletti e degli amministratori provinciali. Sul nostro sito - conclude Zingaretti - sarà possibile con un semplice clic conoscere la situazione finanziaria e patrimoniale di chi amministra denaro pubblico in provincia. Per i cittadini ritengo che questo aspetto sia molto più importante rispetto al test antidroga. Un atteggiamento serio e non demagogico".

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