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«Stadi nelle centralità».

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E,coerentemente con i messaggi lanciati fino ad ora a Comune e famiglia Sensi, avverte che la legge che sta per essere approvata alla Camera, così com'è, lo lascia ancora perplesso. La "conditio sine qua non" dell'introduzione dell'impatto paesaggistico nel piano di fattibilità, secondo Giro, «non garantirebbe - infatti - che si costruisca solo uno stadio». C'è il rischio, parole sue, «che la legge diventi un cavallo di Troia per realizzare anche dell'altro», cioè case e centri commerciali. E allora il Sottosegretario dice che, sebbene la legge in questione permetta ai Comuni di approvare varianti ai Piani regolatori vigenti, per quanto riguarda Roma «bisogna essere più rigorosi e seri», e si domanda: «è stato appena approvato il Prg. Dobbiamo andare subito in deroga?». Visto che la salvaguardia paesaggistica e l'ultima parola in caso di accordi di programma spettano al Mibac, la frase suona come un avvertimento. Ma Giro va oltre, e per allontanare da sé e dal Mibac la nomea di «cattivo», di «signor no», propone di realizzare gli stadi nelle centralità. Ma quali? Probabilmente quelle ancora da pianificare, che sono una decina. E tra queste, quali sarebbero in grado di ospitare uno stadio? Forse un paio: Anagnina-Romanina e Torre Spaccata. E siamo sicuri che non occorra una variante al Prg anche in questo caso? Ma soprattutto: quale imprenditore costruirebbe "solo uno stadio"?

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