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S. Eugenio, sotterranei nel degrado

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GiuliaBianconi I fili elettrici pendono dal soffitto. I muri sono sporchi. Ci sono infiltrazioni e pezzi di intonaco caduti in terra. Le luci funzionano in parte. Un'area è completamente al buio. Mette i brividi il piano -1 dell'edificio vecchio dell'ospedale Sant'Eugenio, che ospita da una parte l'unità di terapia antalgica e dall'altra la banca del sangue placentare e il servizio di medicina nucleare. Non ci si può aspettare di meglio viste le condizioni in cui si presenta già la scala che porta al reparto sotterraneo. Anche qui le pareti sono fatiscenti: presentano incrostazioni e sono sudice. Una delle finestre ha il vetro rotto e i resti sono stati lasciati lì. Ci sono scritte sui muri di ogni tipo: frasi d'amore, volgarità e annunci di nascite. Guai a toccare gli scorrimano per quanto sono sporchi. Dopo appena una ventina di scalini, si giunge nel sotterraneo. In fondo a destra c'è l'unità di terapia antalgica. Prima di arrivarci bisogna percorrere un lungo corridoio, in parte al buio, dove sono presenti anche alcuni uffici dell'azienda sanitaria. Tra fili elettrici penzolanti, pareti sporche, impianti antincendio senza vetri di sicurezza e finestre blindate si arriva al reparto. A sinistra, la situazione non cambia. Se non per qualche luce che funziona di più. Per il resto, percorrendo il lungo corridoio che porta alla banca del sangue placentare e al servizio di medicina nucleare, il paziente si imbatte in uno scenario poco rassicurante. Qui c'è anche qualche sacco nero lasciato incustodito in un angolo. Si è pensato di attutire tutto questo degrado con qualche cartello lungo il piano, posizionato qua e là, con su scritto «lavori in corso. Ci scusiamo per il disagio». Peccato che di operai non se ne veda l'ombra. Questo è il reparto che si presenta peggio in tutto il nosocomio di piazzale dell'Umanesimo, all'Eur. Qualche problema ce l'hanno anche gli altri. Sempre nell'edificio vecchio, al piano terra, c'è un montascala per persone disabili tenuto su da un nastro. Nel reparto di salute mentale le sedie sono unite tra loro con dello scotch. In quello di angiologia una finestra è ben sigillata con del nastro adesivo marrone. Nell'edificio nuovo, invece, a presentarsi nel peggiore dei modi è la scala che porta al nuovissimo reparto grandi ustioni, inaugurato nel febbraio scorso. I vetri degli impianti antincendio sono rotti. Davanti a uno di questi, qualcuno ha pensato di lasciarci un mobiletto. Tra un piano e l'altro si trova anche un estintore lasciato incustodito. Poi scritte varie sui muri che si concentrano al terzo piano, dove è presente il reparto di neonatologia. Qui c'è chi si è divertito a dare il benvenuto ai bebè mettendo nero su bianco. Come la zia di Swami che ha dovuto far sapere a tutti che il 6 giugno la sua nipotina ha visto la luce al Sant'Eugenio, imbrattando proprio la porta di accesso al piano. C'è persino chi ha fatto apologia del fascismo: al primo piano ben evidente su una delle pareti è disegnata una celtica.

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