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Roma, spariti i lavavetri dai semafori

Lavavetri a Roma (Foto Gmt)

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Niente spazzoloni con la schiuma, nessun secchio con acqua e sapone. Ma nemmeno fazzoletti o accendini e birilli che volano. Ai semafori sembrano rimasti solo gli «autorizzati»: i venditori dei quotidiani. Sembra aver sortito l'effetto desiderato, almeno nel suo primo giorno «lavorativo», l'ordinanza comunale (entrata in vigore da ieri, domenica primo novembre) che vieta a giocolieri, venditori e pulitori di sistemarsi ai semafori della Capitale pena un'ammenda di 100 euro. Da Monteverde a Prati, fino a Ponte Milvio e ancora a Lungotevere per arrivare a piazzale della Radio nessun «lavavetri» a lavoro sulle auto della città e gli incroci, regolati da semafori, improvvisamente liberi dagli inusuali e abituali «lavoratori-occupanti». Dopo i 10 sequestri e le 7 multe di ieri e una presenza anche più attenta dei vigili urbani ai grandi incroci e ai lunghi semafori anche il tempo sembra correre in aiuto dell'ordinanza fortemente voluta dal Sindaco Gianni Alemanno. «Mi aspetto una lotta al degrado e un'emersione del fenomeno del racket - aveva detto il Sindaco presentando l'ordinanza aggiungendo poi che - questa ci permetterà di far emergere questo fenomeno e di far vivere meglio i cittadini».Un'ordinanza che però è stata contestata dall'opposizione, che è scesa in piazza, due settimane fa, prima dell'approvazione del provvedimento, con secchi e spazzole ai semafori e che ha avvertito, nei giorni scorsi, con avvisi e volantini distribuiti agli incroci, scritti in diverse lingue, chi normalmente lavorava ai semafori.

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