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Negozi storici, nuove regole

Ciabattino

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I mesi passano, i contributi tardano e la crisi avanza. Così, le botteghe storiche capitoline, già in difficoltà da almeno un quinquennio restano in agonia. Affitti alle stelle, mutui da pagare e gli affari che calano vertiginosamente. Qualcosa però, dopo mesi di battaglie, si sta muovendo. La proposta di modifica al regolamento per la concessione di contributi capitolini ai negozi storici è approdata in Consiglio comunale dove, la settimana scorsa, è stata approvata su proposta del presidente della commissione al Commercio, Massimiliano Parsi e al consigliere dell'Udc, Alessandro Onorato. Una modifica cruciale, quella varata dall'Aula, arrivata prima del bando, nonostante le procedure di quest'ultimo fossero state velocizzate dall'assessore Bordoni proprio per non aspettare. Cosa fatta, comunque, capo ha. Ecco allora che a parità di punteggio i contributi rivolti al sostegno e alla tutela delle attività artigianali e commerciali riconosciute come «negozi storici», verrà data priorità ai negozi storici «ubicati in locali in affitto - recita la delibera - e di seguito sarà dato punteggio preferenziale ai negozi storici per i quali i proprietari dei locali siano intestatari verso istituti di credito di mutui legati all'acquisto dei locali stessi». Il bando comunale, di 300 mila euro, assegnerà così con questi nuovi criteri un sostegno massimo di 30 mila euro e comunque non oltre 50 mila euro per ciascun «vincitore». Nonostante il ritardo, il bando dovrebbe essere ultimato entro novembre. Del resto, la crisi economica sta colpendo in modo sconcertante proprio i piccoli negozi artigianali, costretti a chiudere nonostante l'importanza di un mestiere e di un prodotto altrimenti introvabili. L'ultimo eclatante caso, quello della clinica delle Bambole della singora Cesaretti, costretta a chiudere e ancora in attesa di un aiuto concreto da parte del Comune.

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