La direttrice Sbrana: segno dei tempi
Paroladi Carla Sbrana, "super-preside" del liceo Giulio Cesare. Perché anche un liceo come il Giulio Cesare è un po' in sofferenza? C'è davvero "disaffezione" verso il classico? «Disaffezione è una parola forte, ma è uno dei motivi della dimunuzione di domande d'iscrizione. Credo che tutto rientri nella logica. Del resto in passato c'è stato un boom di iscrizioni ingiustificato». Quali altri motivi ci sono? «La nuova legge, secondo cui bisogna aumentare il numero di ragazzi per ogni classe. Il tasso di natalità sempre più basso e in controtendenza rispetto agli immigrati, i figli dei quali scelgono raramente il classico per via delle difficoltà che incontrerebbero con il latino e il greco, anche se quei pochi che studiano nel mio liceo sono davvero bravi». E per quanto riguarda la flessione di domande avuta quest'anno? «Anche la crisi economica ha giocato un ruolo». Cosa glielo fa pensare? «Perché i genitori che avvertono la crisi preferiscono mandare i figli in scuole che diano loro una preparazione più specifica. Altri purtroppo non pensano nemmeno più a un futuro all'università per i propri ragazzi e di conseguenza ad una preparazione a tutto tondo che può dare il classico». Il suo liceo come si difende? «Io ho scelto di raddoppiare le ore di matematica. Ed è stata una scelta vincente»