"Cercansi studenti" per il Gaio Lucilio
Fronte comune professori-alunni per lanciare un appello ai ragazzi delle scuole medie e ai loro genitori affinché scelgano il liceo classico Gaio Lucilio: «nelle piccole grandi scuole si studia meglio». Questo in sintesi il messaggio. La lettera pubblicata in questa pagina è solo una parte della testimonianza della professoressa Petrella, che insegna italiano e latino al Gaio Lucilio, liceo che quest'anno ha dovuto rinunciare a formare i due IV ginnasi. «Il grande problema di un liceo con due sole sezioni - spiega la Petrella - è la visibilità. Gli istituti più famosi possono contare su un passaparola molto più ampio grazie a un numero di studenti 4 o 5 volte superiore. Noi possiamo solo rimboccarci le maniche e incontrare insegnanti, alunni e genitori delle medie per spiegare loro i pregi di un istituto di queste dimensioni. Qui non si tratta di salvare una realtà in estinzione - conclude la Petrella - ma di valorizzare una realtà esistente». Il Gaio Lucilio è stato accorpato anni fa al più grande istituto Machiavelli di piazza Indipendenza, liceo linquistico e pedagogico, diretto dal preside Marcello Montagna. «Un buon preside», dice la Petrella, ma che ha il suo bel da fare ed è probabilmente costretto a dividere il suo tempo in percetuale agli alunni degli istituti che dirige. Una «lontananza» poco gradita però ai ragazzi del Gaio Lucilio che si sentono «abbandonati». Soli con i propri insegnanti in una scuola dove «anche fare una fotocopia diventa un problema», dove, come dice la prof. Petrella «non c'è neppure una segreteria». Perciò i ragazzi dell'ultimo anno hanno deciso di aiutare gli insegnanti a pubblicizzare l'istituto. La chiave è internet. «La nostra idea - spiega Antonio, candidato alla rappresentanza d'istituto - è di utilizzare il web lavorando sul sito del Machiavelli e sui blog degli studenti. Abbiamo proposto agli insegnanti di poter utilizzare i computer in uso alla struttura». Lorenzo, Giuseppe, Giorgia e Maria Cristina fanno capannello intorno ad Antonio. Sono tutti dell'ultimo anno e potrebbero benissimo fregarsene delle sorti del liceo che li ha ospitati per un lustro. Invece no, e fanno quadrato con la Petrella: «Non credo che nei grandi licei - dice Maria Cristina - si creino rapporti tra ragazzi e professori come avviene qui da noi». La pensa così anche Giorgia, che ha appena finito di discutere con altri studenti sull'opportunità o meno di occupare la scuola. «Non è questo il modo di risolvere i conflitti con il Machiavelli. L'occupazione non porta a niente. Meglio aiutare i professori a pubblicizzare le cose positive del Gaio Lucilio». Giuseppe racconta invece di quando intimò alla vice-preside di far pulire i bagni entro la mattinata «altrimenti chiamo l'ufficio d'igiene». Anche l'amato-odiato preside Montagna sa che l'unica salvezza del Gaio Lucilio e di tutti i piccoli istituti, sono gli stessi ragazzi. Ma conosce anche le difficoltà che s'incontrano quando si decide di andare nelle scuole medie per pubblicizzare l'istituto. «Bisogna davvero andare all'arrembaggio perché la concorrenza dei grandi licei è spietata. A volte si assiste a un vero e proprio boicottaggio dei piccoli da parte degli insegnanti delle scuole medie. Diventa difficile addirittura prendere un appuntamento. Un altro modo per sopravvivere - continua Montagna - è cercare di offrire un prodotto innovativo, creando laboratori che possano attrarre la curiosità dei ragazzi». Ma per far questo servono soldi. «E le entrate sono sempre quelle. Il contributo volontario delle famiglie e i soldi privati delle fondazioni». «Certo - conclude il preside - sarebbe un peccato far sparire così di botto un liceo classico in un Municipio (il III) che ne è privo».