Affitti in nero per studenti

Le bacheche delle università sono piene di annunci, foglietti penzolanti con numeri di cellulari che raccontano le meraviglie di stanze e posti letto il più delle volte vicine alle sedi degli atenei. «Singola, ben collegata, doppia luminosissima, posto letto per studentesse, solo settimana corta». I prezzi? 400, 550, 700 euro per zone ambite come piazza Bologna, Nomentana, San Lorenzo, Marconi e San Paolo. Si sale fino a mille euro al mese per monolocali di scarsi 50 metri quadrati nelle stesse zone. Ma in questi annunci non si legge mai della possibilità di avere un contratto regolare, piuttosto generici «periodo mensile, settimana corta, trimestrale». Basta entrare in un forum per studenti e leggere le esperienze dei «fuorisede». Quasi tutti lamentano prezzi troppo alti, stanze piccole e non corrispondenti a quanto letto negli annunci, ma soprattutto nessun contratto e pagamenti in contanti e in nero. Lo stesso succede se si sfoglia un qualsiasi giornale dedicato agli annunci immobiliari. Poche righe, che finiscono tutte senza la minima prospettiva di un contratto. Quando poi quegli alloggi si vanno a visitare le cattive sorprese non tardano ad arrivare. Inizia così l'odissea di un fuorisede che sceglie di studiare nella Capitale e deve fare i conti con il problema degli alloggi. Ci vuole pochissimo tempo a scoprire che quella stanza molto luminosa non è che un sottoscala di pochi metri quadrati, che quel monolocale arredato non è che una topaia. Basta alzare il telefono, poi, e fare una semplice domanda «Contratto?», e la risposta di otto proprietari su dieci (da una nostra verifica) sarà «venga qui e ne parliamo, vediamo di metterci d'accordo». Che significa la prospettiva di sconti se vengono accettati gli affitti «in nero» e una stretta di mano da parte del proprietario. Ma quello che emerge dalle risposte è anche una grande confusione su legge e regolamenti. Nessuna delle persone da noi interpellate aveva, ad esempio, la minima idea della possibilità di fare un contratto di sei mesi rinnovabile e ci ha parlato, piuttosto, di «4 anni più 4», di «estrema difficoltà a rientrare in possesso dell'immobile una volta stipulato il contratto», di ipotetici «un anno senza contratto e poi al rinnovo vediamo». Altrettanta «ignoranza» sulla conoscenza delle agevolazioni fiscali per i proprietari che scelgono la via legale. E quindi della possibilità di ridurre l'imponibile relativo all'affitto ai fini Irpef, della riduzione del 30% dell'imposta di registro, della riduzione dell'aliquota Ici. Quanto agli immobili messi in affitto, nel 60% dei casi (sempre dalla nostra verifica) sono risultati poco o per nulla rispondenti a quanto descritto negli annunci con casi come per un monolocale in via Nomentana dove si prospettava un arredo consistente in un letto mezzo rotto, un comodino degli anni '50 e un armadio con due ante rotte (richiesta 650 euro al mese per scarsi 40 metri quadrati), o di ex lavatoi spacciati per super attici, o ancora di piani terra che in realtà erano sottoscala praticamente senza luce. E intanto i prezzi aumentano. Secondo Codici, che ha avviato un'indagine sul costo degli affitti degli appartamenti nelle principali città italiane, a Roma, sostiene l'associazione dei consumatori, i prezzi sono aumentati mediamente del 5% da un anno all'altro soprattutto nelle zone Marconi e San Paolo. «Il numero degli studenti fuorisede – spiega Ivano Giacomelli, segretario di Codici – fa ipotizzare l'enorme giro d'affari che ruota intorno al settore immobiliare e in particolare proprio agli affitti delle case per gli studenti».