Piccoli ospedali vicini alla chiusura
Spunta di nuovo l'ipotesi di chiudere i piccoli ospedali del Lazio. Soprattutto in provincia. Sono 15, forse anche 18, i nosocomi che rischiano di essere chiusi e riconvertiti. A rilanciare l'idea è il subcommissario alla Sanità Mario Morlacco. Una possibilità già prevista dal piano di riordino della rete ospedaliera presentato dallo stesso subcommissario e bloccato dalla Regione quando Marrazzo era ancora in carica. Adesso Morlacco propone nuovamente di intervenire su questi presidi. I criteri da applicare sono semplici: «Se un ospedale non ha almeno i reparti di medicina, chirurgia, ostetricia e ortopedia, con pronto soccorso e assistenza neonatale non ha le condizioni per sussistere». Morlacco spiega anche che non è corretto parlare di chiusura, ma di riconversione. Potrebbero mantenere i posti per acuti e trasformarsi in strutture monospecialistiche, day hospital, Rsa e lungodegenza. Si tratterebbe dei cosiddetti presidi territoriali di prossimità. «Sarà il neo commissario Elio Guzzanti che dovrà decidere se inserire questi criteri nel piano o modificarli. E se dargli attuazione con un altro decreto sulla rete ospedaliera». Un piano di questo tipo, secondo i calcoli fatti in Regione, produrrebbe un taglio ulteriore di 700 posti letto. È questo uno dei motivi che aveva spinto il vicepresidente Esterino Montino ad opporsi al piano. Secondo Montino «oggi non è più il tempo di azioni drastiche perché sulla riduzione della "massa critica" si è già proceduto. È invece il momento di portare avanti azioni di rimodulazione e di aggiustamenti con grande oculatezza». Montino aveva sottolineato la necessità di «evitare che intere e grandi aree di territorio regionale finiscano per trovarsi al di sotto dei livelli minimi assistenziali». Il piano di riorganizzazione della rete rilanciato da Morlacco, prevede la riconversione in strutture monospecialistiche di 14 ospedali nelle cinque province del Lazio tra cui quello di Zagarolo e Palombara già ridimensionati. Oltre a questi 14 nosocomi ci sono anche il Cartoni di Rocca Priora (da riconvertire in ptp-presidio territoriale di prossimità, Rsa centro Alzheimer, hospice e altre attività), lo Spolverini di Ariccia (da riconvertire in riabilitazione e lungodegenza), il Policlinico Portuense e l'Angelucci di Subiaco (da riconvertire in presidi monospecialistici, ricoveri a ciclo diurno e ptp). Ma, oltre ai tagli, sono previste anche nuove strutture, come l'ospedale dei Castelli (che andrebbe a sostituire i presidi di Genzano, Albano e Ariccia), il nuovo ospedale di Monterotondo (in cui confluirebbero le attività di Palombara, Magliano e Civitacastellana) e l'ampliamento del Grassi di Ostia.