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Questa volta il risultato poteva essere inatteso.

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Èquanto conferma il rapporto Unioncamere secondo il quale da luglio a settembre il numero delle aziende si è arricchito di altre 2.526 unità andando a scongiurare il rischio di cessazioni superiori alle iscrizioni, a causa della difficile congiuntura economica. Infatti a fronte di 6.135 cessioni si sono registrate 8.661 nuove iscrizioni: un risultato che fa del Lazio la seconda regione italiana dopo la Lombardia per performance registrate. Stupisce ancora di più che per la prima volta, a livello regionale, a fare la parte da leone per tasso di crescita delle imprese non sia la Capitale che arriva «soltanto» seconda con +0,45%, dopo Frosinone che segna +0,50%. Ma la nostra Regione è anche quella dove si registra il maggior numero di imprenditori stranieri titolari di impresa. A rilevarlo è il 19° dossier statistico sull'immigrazione redatto dalla Caritas e Migrantes e presentato ieri a Roma. Secondo dati forniti dalla Cna, sono poco meno di 20 mila gli stranieri che guidano un'impresa nei più svariati settori economici anche se una maggiore concentrazione si rileva nel commercio, nelle costruzioni e nel manifatturiero, comparti che insieme riassumono quasi l'83% delle imprese laziali con titolare straniero. Roma, con le sue 15.490 aziende si colloca come seconda provincia italiana dopo Milano, in cui si riscontra una spiccata capacità imprenditoriale da parte degli immigrati. Romania, Bangladesh e Marocco sono i paesi con maggiore vocazione all'impresa.

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