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Manovale ucciso dalla dose killer In manette il pusher

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Protagonistadel caso la tenacia degli investigatori del commissariato Esposizione, diretto da Giuseppe Piervirgili. L'altro ieri i poliziotti della squadra investigativa hanno arrestato Marco Del Magno, 38 anni, con precedenti guai con la polizia. Le accuse sono spaccio di droga, lesioni (ha cercato di reagire alla cattura) e aver causato la morte di un tossicodipendente a causa di un altro reato (avergli venduto la droga). Le indagini sono partite l'altra mattina. Alle 6,30. la madre della vittima, residente in via Casavatore, a Pavona, chiama la polizia. Ha trovato il figlio cadavere, disteso sul letto della sua camera, ancora vestito e con la sirigna al braccio. L'uomo lavorava come manovale. Aveva cercato di smetterla con l'eroina. La drogà però è un veleno che colpisce in profondità e non molla facilmente. Venerdì sera i genitori di lui partono e lasciano il figlio a casa. Quella stessa sera lui cena, esce, compra la dose dallo spacciatore residente sempre a Pavona, torna in casa e si spara in vena la dose che durante la notte gli toglierà la vita. I poliziotti controllano il suo telefonino. Vedono il numero dell'ultima chiamata fatta: è allo spacciatore. Gli investigatori lo vanno a prendere dodici ore dopo la scoperta del cadavere. Alle 19 circa sono sotto a casa sua. Lui prova a fuggire in motorino, gli agenti gli stanno addosso, lui reagisce, ma è inutile. Sulla duplice accusa contro lo spacciatore si sono trovate d'accordo due Procure: quella di Velletri sotto la quale ricade il territorio di Pavona, per i reati di spaccio e lesioni; la procura di Roma per l'ipotesi di morte a seguito di un altro reato. Fab. Dic.

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