L'evasione resta altissima: oltre 800 milioni
Anche se i conti dell'Ama saranno un po' meno «rossi» grazie alla cessione della proprietà da parte del Comune di Roma all'azienda che gestisce i rifiuti del Centro carni, il complesso immobiliare sulla via Palmiro Togliatti che vale 92 milioni di euro, decisa dal Consiglio comunale due settimane fa, resta comunque un nodo cruciale da sciogliere, ovvero l'alta evasione sulla Tariffa rifiuti, Iva a parte infatti si tratta della maggiore, se non unica entrata dell'Ama. I crediti Tari sparsi nel tempo e dei quali l'Ama dovrà prima o poi pretenderne la riscossione, ammonta a ben 813 milioni di euro. Una voce importante nello squilibrio finanziario dell'Azienda capitolina più volte finita sull'orlo del collasso. Il recupero avviato nell'ultimo anno e mezzo, ha riportato ad oggi nelle casse dell'azienda 90 milioni di euro. Una cifra consistente, sia chiaro ma ancora ben lontana da segnare il segno pari. Partirà quindi una lotta all'evasione, anche grazie all'incrocio delle banche dati che dovrebbe da una parte far rientrare nelle sconsolate casse dell'Ama cifre sensibili da investire sul miglioramento del servizio, dall'altra far capire ai cittadini che chi sporca deve comunque pagare. Sullo sfondo di queste azioni, ci sarà poi una rimodulazione della Tariffa rifiuti, probabilmente a partire già dal prossimo bilancio. Lo stesso sindaco Alemanno, in occasione della presentazione del piano di rilancio dell'Ama, lo scorso 9 ottobre, aveva fatto chiarezza: «Ci sarà un riequilibrio in chiave sociale. Si tratta di rimodulare la Tari in maniera tale che sia un'operazione a bilancio, avere quindi una maggiore progressività di prelievi ci permetterà di tutelare le fasce più deboli e poter avere in qualche modo maggiori contributi da quelle più ricche».