Riparare l'auto costa troppo. Officine in crisi
Questitempi di crisi non hanno risparmiato neanche le piccole aziende con manodopera specializzata di operai e motoristi. Secondo dati recenti, diffusi da Confartigianato, fra il 2003 e il 2008 tali imprese di riparazione sono diminite di 8.077 unità, con una flessione dell'8,5% e un calo di 20.960 addetti. In città sono numerosi i cittadini che si sono rivolti alle associazioni a loro tutela per lamentare i prezzi costosi delle riparazioni. Immergendosi quotidianamente in un traffico caotico come quello romano, ce n'è spesso bisogno. I primi accessori che si consumano in un'auto sono due. Si tratta del disco dei freni e delle cosiddette "pasticche". Ovviamente, il prezzo sale in proporzione alla grandezza delle vetture. Nel primo caso, si inizia da un costo di circa 70 euro, per macchine di piccola e media cilindrata. Per le "pasticche", invece, si parte da 50 euro. È ovvio che, per un'auto grande come una Mercedes, si spenderanno circa 200 euro. Molti romani, a causa dell'elevato costo di un'auto nuova, qualunque sia la marca, decidono di rinunciare a un altro acquisto e tenersi la vecchia vettura. In questo caso, e all'occorrenza, si preferisce cambiare il vecchio motore. Anche in tale eventualità, la spesa è non indifferente. Per rifare da capo il motore di un'utilitaria, si può spendere sui 700 euro. Di fronte all'attuale situazione, c'è anche chi decide di cercare i pezzi da cambiare per conto proprio. Cioè, andando di persona presso gli sfasciacarozze cittadini. In tal caso si possono fare buoni affari, ma è necessario essere piuttosto esperti nel ramo, per non prendere " fregature". Si consiglia, perciò, di recarsi presso uno sfascio che sia autorizzato e cercare pezzi che siano veramente sani. Infine, il Comitato Insieme per Difenderci focalizza un altro problema. «Ci sono meccanici che lavorano in nero, non rilasciando ai clienti una regolare fattura - spiega il presidente Giorgio Forti -. E questo favorisce l'evasione fiscale».