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"I circoli culturali scorciatoia dei furbi"

Movida, discoteche

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«Adesso scatterà la corsa per bruciare i tempi, visto che le nuove regole entreranno in vigore solo da gennaio». Dina Nascetti, presidente del comitato Vivere Trastevere, si tiene ancora sulle sue. «Non abbassiamo la guardia - dice - prima vogliamo vedere come sarà applicata la delibera sulla somministrazione di alimenti e bevande, anche con la complicità dei dirigenti amministrativi e politici del I Municipio». Cosa si augura? «Che l'obbiettivo sia davvero quello di non far aprire nuovi locali». Nascetti teme «i cavilli» che spianano la strada. Le associazioni culturali, per esempio, «che di culturale non hanno nulla» ma «che possono restare aperte tutta la notte e così ci ammazzano». Ma i circoli culturali «scorciatoia» dei furbi li teme anche Alberto Pica, presidente Siga, l'associazione dei gelatieri e pasticcieri. Pica ringrazia Bordoni, ma auspica che «anche i cosiddetti circoli privati» siano regolamentati con «la patente a punti qualità». Su questo siamo pronti a dare battaglia» annuncia, perché «negli ultimi 30 anni, queste associazioni sono diventate una facile soluzione alla programmazione locale, oltre che segno di forme elusive delle regole di mercato e di pressocché totale evasione». Nuovi locali travestiti da circoli culturali anche a Ostiense, uno dei cuori pulsanti della movida, sottolinea il presidente del comitato di quartiere Andrea Mocciaro. «Ogni volta che siamo andati a chiedere spiegazioni in municipio ci rispondevano che ci sbagliavamo, si trattava solo di un circolo culturale» racconta. Ma le perplessità sono più di una. «Intanto pur essendo Ostiense parte della città storica risulta esclusa dallo stop a nuovi locali previsto per le zone limitrofe. Come al solito a Testaccio si ferma tutto: Ztl, pattugliamento massiccio, e anche la maggiore tutela per l'apertura di nuovi esercizi». Per Mocciaro, inoltre, bisogna capire se Ostiense sta in fascia A o B. Perché nelle mappe di oggi Ostiense è città storica, ma il nuovo regolamento dice che la zona A non coincide completamente. E la domanda è: «Chi resta fuori, Ostiense?». «Noi lo vogliamo sapere - dice Mocciaro -, anche perché già l'anno scorso la zona era satura di locali, stiamo parlando di via Libetta, via del Commercio, del Gazometro, via degli Argonauti, del Porto Fluviale», costellate di locali di ogni genere e «fuori da ogni ragionevole rapporto con il numero dei residenti». «Non puoi mettere 8 bar in tre palazzi in una zona che ha già pesantemente pagato lo scotto di una situazione di allarme sociale» dice Mocciaro che ricorda che «un uomo è morto accoltellato fuori da un bar in primavera». E se siamo in fascia B, conclude «dove servono meno punti qualità per aprire un nuovo bar, vedrai che il rischio sarà il pendolarismo commerciale».

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