Botteghe storiche, fondi a chi è in affitto
Loha stabilito una delibera approvata dal consiglio comunale che modifica l'esistente delibera 100/2001 (Misure a tutela dei negozi storici). Il provvedimento è stato presentato in coincidenza della pubblicazione da parte del Comune di Roma, il prossimo novembre, di un bando per la distribuzione di 300 mila euro di risorse comunali per il sostegno delle botteghe storiche. «In questo modo - ha detto l'assessore capitolino al Commercio Davide Bordoni - potremmo dare la precedenza alle botteghe i cui gestori pagano un affitto, rispetto a quelle che sono di proprietà». «Questa delibera - ha aggiunto Bordoni - è un segnale importante per la valorizzazione e la tutela delle botteghe non solo per il loro valore economico, ma anche per il loro ruolo culturale». Il bando che sarà pubblicato a novembre sarà rivolto alle 150 botteghe storiche appartenenti all'albo del Comune. Il provvedimento, secondo il consigliere comunale Federico Mollicone (Pdl) segna «un importante miglioramento nel regolamento delle botteghe storiche, ed è frutto del lavoro svolto con l'associazione che le rappresenta». Inoltre Mollicone ha detto che «presto verrà portato a compimento l'esame del protocollo d'intesa tra grande distribuzione e botteghe storiche per introdurre il principio di sussidarietà anche nella tutela dei negozi storici, uscendo così da una visione esclusivamente assistenzialista». «L'approvazione all'unanimità della mozione presentata in consiglio da me e dal Consigliere Parsi rappresenta una svolta fondamentale per la sopravvivenza di molte botteghe storiche di Roma» ha detto Alessandro Onorato, capogruppo Udc in Campidoglio e vicepresidente della commissione Commercio, commentando «la modifica alla delibera 100 dell'ottobre 2001, che introduce per la prima volta una distinzione nell'assegnazione dei fondi tra chi conduce la propria attività in affitto e chi invece è proprietario dell'immobile». A Roma ci sono 140 botteghe storiche. Nel 2009, con il meccanismo di aumento degli affitti, molte attività sono comunque entrate in difficoltà. Tra le tante, l'ultima a chiudere, a metà luglio, è stata quella del Maestro Franco Savini, una falegnameria che da tre generazioni caratterizzava con la sua presenza il Rione Monti. Non vanno però dimenticati i tanti altri casi simili, dalla libreria Micozzi (alle prese con uno sfratto esecutivo) al ristorante Ulpia (in affitto da oltre 100 anni e con un canone recentemente triplicato).