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A casa l'indiano bruciato sulla panchina

Nettuno, il luogo del tentato omicidio ai danni dell'extracomunitario (Foto Gmt)

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Dopo otto mesi di ospedale, forse si avvicina la fine di un incubo. Stamattina Navtej Sidhu Singh, il ragazzo indiano bruciato vivo «per gioco» alla stazione di Nettuno lo scorso febbraio da tre ragazzi della zona, sarà finalmente dimesso dal Centro Ustioni dell'ospedale Sant'Eugenio. Il tutto dopo una serie infinita di operazioni di ricostruzione della pelle e una fase riabilitativa ancora in alto mare, tanto che Navtej verrà quasi immediatamente trasferito nel centro di riabilitazione Maugeri di Telese Terme (Benevento), per proseguire le sue cure. Una storia incredibile. E che oggi può arricchirsi di nuovi, importantissimi sviluppi. Dopo le promesse immediatamente successive al ricovero di Navtej, e l'appoggio incondizionato di semplici cittadini e istituzioni, ora una città intera ha intenzione di muoversi per aiutare il giovane indiano, anche per scrollarsi di dosso l'accusa di razzismo arrivata dopo l'aggressione dello scorso febbraio. Così, sabato mattina l'amministrazione comunale di Nettuno e le associazioni onlus di pazienti ustionati Assobus e Octopus, esprimeranno la loro solidarietà a Navtej al Forte Sangallo. Un incontro pubblico promosso via facebook al quale stanno arrivando centinaia di adesioni, con la partecipazione di clown-dottori per alleggerire la tensione di un momento delicato,sia per il giovane indiano, sia per la città. Tra i presenti, anche i medici dell'equipe che ha proceduto all'operazione al Sant'Eugenio. La manifestazione organizzata dall'amministrazione comunale e dalle associazioni onlus, sarà poi anche l'occasione per trasferire a Navtej i fondi raccolti nel corso di questi mesi attraverso varie iniziative spontanee. «Vogliamo far capire a quel ragazzo – spiega l'assessore ai Servizi sociali del Comune di Nettuno Domenico Cianfriglia – che la città gli è vicino, e che lo seguiremo passo passo durante la sua riabilitazione. Domani (oggi, ndr) attraverso un atto deliberativo, dovremmo essere in grado di mettere a sua disposizione cinquemila euro per sostenere le spese che si presenteranno nel periodo di riabilitazione nel centro di Telese. Il messaggio che vogliamo lanciare è che non ci siamo scordati di lui, ma vogliamo fargli capire che Nettuno non è razzista». Ieri, infine, la procura di Velletri ha chiesto il rinvio a giudizio di Francesco Bruno, 29 anni, e di Gianluca Cerreto, di 19. L'accusa è di tentato omicidio.

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