Case Ater in subaffitto ai disperati
Occupare qualsiasi spazio vuoto. Che sia una scuola pubblica, un appartamento disabitato, un garage. Aspettare che l'inquilino anziano passi a miglior vita per sistemarsi in casa sua o, più semplicemente, accontentarsi della cantina o del lavatoio per costruire la propria casa. Succede a San Giorgio, ad Acilia, nelle palazzine popolari gestite dall'Ater e oggetto, tra l'altro non molto tempo fa, di controlli e censimenti da parte dello stesso ente per arginare la piaga delle occupazioni abusive e verificare il regolare pagamento degli affitti. Evidentemente, però, chi negli anni si è scelto come dimora i semisotterranei un tempo destinati a deposito di materiali o a cantine a uso degli inquilini, deve averla fatta franca. Così come i furbi compari che hanno recintato i lavatoi di quasi ogni palazzo per realizzare un attico, una terrazza con tanto di gazebo o per lasciarci "pascolare" i propri cani. Denunce ai carabinieri sono state fatte – racconta un residente – contro un inquilino che all'ultimo piano del suo palazzo ha pensato bene di allestire niente meno che una palestra, ovviamente ad uso personale. Ma la gente che abita nelle numerose palazzine, costruite nell'immediato dopoguerra per garantire un alloggio ai numerosi sfollati, pare tollerare una situazione che ha del paradossale. Solo in un caso, in via di Saponara, una cantina è stata messa sotto sequestro dai vigili urbani e solo perché chi voleva occuparla si è fatto sorprendere col piccone in mano. Murata anche l'ex sede della caldaia termica di via Ludovico Cardi perché rifugio, si diceva, dei tossici del quartiere. Per il resto a pochi metri, in via Alberto Galli, gli scantinati rimessi a nuovo addirittura con finestre e mini portoni di tutto rispetto, sono ben due. Così in via Ludovico Brea e in via Gerolamo Masini dove però, chi ha sfondato la porticina originariamente in legno, ha dato una ripulita e affittato i locali a un gruppo di romene che per dormirci pagano la bellezza di 400euro al mese. Alle altre cantine, lasciate vuote, c'è chi sconsiglia perfino di avvicinarsi: bazar della droga e ritrovi di perditempo. Stesso discorso per i lavatoi che in teoria dovrebbero essere servite a tutti gli inquilini per lavare e stendere i panni, e che invece molti furbetti usano come terrazza, palestra o perfino spazio per i propri cani. La presenza poco gradita di pitbull in un lavatoio in via Ettore Roesler-Franz – precisa un inquilino – è stata denunciata anche alle forze dell'ordine, senza risultati. Visibile a tutti, ancora, la terrazza recintata del palazzo di piazza Segantini dove chi se n'è appropriato ha pensato di metterci anche un ombrellone. Un altro lavatoio occupato in via di Saponara da un vagabondo conosciuto in zona come "Il mostro" è stato più volte chiuso con i sigilli dai carabinieri. Anche qui inutilmente. E allora ai legittimi assegnatari degli appartamenti popolari che pagano l'affitto e che - un po' per paura un po' per quieto vivere - chiudono entrambi gli occhi, non resta che tenersi le biciclette in casa e stendere i panni dove possono.