Ostia, in Pineta catturato un altro crotalo
Il sospetto che il serpente a sonagli, Crotalus atrox, catturato il 29 settembre scorso nella Pineta di Castelfusano non fosse solo, sarebbe stato degno spunto di un film horror. Invece la realtà supera la fantasia, e ora che gli agenti Cites del Corpo Forestale dello Stato hanno catturato ieri un secondo esemplare nello stesso punto dove fu avvistato il primo, per di più a pancia piena (aveva da poco fatto colazione), alimenta dubbi peggiori. Quanti sono i serpenti velenosi della Pineta. Sono solo i due esemplari catturati uno a pochi giorni di distanza dall'altro? E ancora, da quanto tempo i rettili erano nella pineta, sono fuggiti da una teca che li custodiva oppure, più verosimilmente, sono stati abbandonati in natura da uno sciagurato che ha messo a rischio la pubblica incolumità? L'avvistamento del secondo serpetente risale a domenica mattina, quando una coppia di giovani in bici, sempre dalle parti di via di Villa Plinio, dove era stato avvistato il primo serpente a sonagli, ha dato l'allarme. Immediate le ricerche e l'attivazione delle procedure come l'allerta degli ospedali e la messa a punto dei protocolli per essere pronti a reperire l'antidoto all'estero. Ma per fortuna, stavolta, il serpente è stato preso in poco tempo. «Il fatto che avesse mangiato da poco - dice ancora Fiori - Ha agevolato la cattura. Si stava godendo il sole ed era meno vigile e reattivo». Adesso anche (lui o lei, ancora non è dato sapere) prenderà la strada del centro specializzato di Perugia. Ma prima bisognerà capire molte cose. «Non c'è più alcun dubbio che i due esemplari sono all'incirca della stessa età», dicono i forestali. Dai sonagli della coda, 9 anelli, gli agenti sono riusciti a risalire all'età dell'animale che è di circa 3 anni. La lunghezza è di 140 centimetri, simile all'altro esemplare. Rispetto al primo, che si è scoperto essere di sesso femminile, questo sembra essere vissuto in natura per più tempo. Sul corpo sono presenti più segni, ed è sprovvisto di un dente che potrebbe aver perso nella caccia. Data la giovane età i forestali escludono che i due animali si siano riprodotti ma non che «possano far parte di una nidiata». Un'ipotesi ancora più preoccupante. Per fugare ogni dubbio il crotalo sarà sottoposto all'esame del Dna per accertare l'eventuale «parentela» con l'altro serpente. Si dovrà analizzare anche il contenuto dello stomaco dell'animale. Questo elemento sarà decisivo per capire se il crotalo, che mangia ogni 2-3 settimane, si trovasse in cattività o in libertà. Perché, se si trattasse di un preda catturata nella pineta significherebbe che il rettile, come dimostra la sua presenza in America in luoghi sia desertici sia montuosi, si sarebbe già acclimatato nel nuovo habitat. Domande, ipotesi alle quali la procura vuole risposte certe. Perché un morso di questi animali può essere fatale e nella pineta di Ostia, i romani ci vanno a correre, passeggiare, fare i picnic. Una vicenda che assume i contorni del giallo. «Lasciare questi animali dal veleno fatale in libertà, equivale a lasciare una pistola con il colpo in canna a portata di chiunque», dice Marco Fiori, responsabile della sezione investigazioni del Cites Corpo forestale dello Stato che spiega la delicatezza di queste catture. «Sono stati impegnati decine di uomini, tutti esposti a potenziali situazioni di pericolo». I forestali in tutte queste settimane hanno seguito più tracce. Hanno indagato nell'ambiente degli appassionati di rettili, anche in quello sommerso e clandestino, come i due crotali dei quali nessuno ha mai denunciato il possesso e tantomeno la scomparsa. I forestali hanno scandagliato i blog degli appassionati. «Le indagini vanno avanti e siamo in attesa di riscontri», spiega Fiori.