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Valzer di prestanome per 160 mila auto

Prestanome, a Roma e provincia 5.364 vetture intestate a 25 persone

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Abilissimi nel contraffare passaggi di proprietà, libretti e assicurazioni auto, certificati medici e permessi di soggiorno, avevano messo su un business grazie all'intestazione ad alcuni prestanome di oltre 160 mila automobili. I sospetti sono caduti su 840 persone, mentre a oggi sono indagate quattro persone, ai vertici dell'organizzazione: F.D.L., C.S., S.M. e C.S. La banda di falsari è stata sgominata dall'VIII Gruppo della municipale diretto da comandante Antonio di Maggio dopo un'indagine di oltre un anno, iniziata nei primi mesi del 2008, delegata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura capitolina. I malviventi operavano su tutto il territorio nazionale. Il meccanismo della truffa era semplice. Chi si serviva di questi falsari poteva ottenere, dietro il pagamento di qualche centinaio di euro, oltre all'intestazione di un'auto che non avrebbero mai potuto acquistare, anche documenti di vario tipo che invece per via lecita non sarebbero mai potuto avere. Le carte erano necessarie il più delle volte per l'intestazione delle auto. Quindi, certificazioni di ogni tipologia, falsi bollettini postali riportanti versamenti nella realtà mai effettuati, senza dimenticare iscrizioni al Pra, polizze auto e relativi tagliandi annuali. L'indagine ha preso le mosse dalla registrazione negli uffici della Municipale a Tor Bella Monaca, di alcuni incidenti stradali mortali o con feriti gravi, causati da pirati della strada. La lista dei sospetti è cresciuta continuamente fino a comprendere diversi comuni nazionali e quasi un migliaio di personaggi, quelli che poi sono risultati essere i clienti dei falsari. Alla fine la conclusione è stata che in Italia giravano oltre 160 veicoli dei quali non si conoscevano i veri conduttori. I veicoli potevano quindi essere utilizzati per qualsiasi attività illecita diminuendo o scongiurando il pericolo di essere «beccati». Anche perché, tanto per fare un esempio, alcune delle auto risultavano, nella realtà, intestate a persone ormai decedute. Senza contare che altri mezzi erano registrati a senza fissa dimora a carico di servizi sociali e quindi con domicili convenzionati, oppure a non titolari di patente di guida, oppure residenti in numerosi indirizzi contemporaneamente. In più, fra i prestanome romani, una certa Giuseppina risultava intestataria di 662 auto, una Anna Maria di altri 554, un Livio ne aveva ben 916. Ma la lista comprende tanti altri nomi e record in molti comuni d'Italia (a Milano un Florea Micu risulta proprietario di 1.641 automezzi). Parallelamente viaggia anche un altro tipo di reato, quello dell'evasione fiscale: riguarda i bolli mai pagati, le auto acquistate da falsi invalidi (con un'agevolazione e ribasso d'Iva che a loro non sarebbe spettato). Facile per i falsari emettere tutta questa quantità e varietà di documenti. Un programma da pc e la carta adatta, permettevano di inserire le generalità del cliente e di ottenere la stampata di ciò che occorreva, comprese false buste paga e documenti di identità. Con questo gioco si riusciva a eludere anche il pagamento delle multe, oltre 80 mila euro per uno degli indagati nel Comune di Roma: intestatario di alcuni dei mezzi oggetto dell'indagine, fino al febbraio scorso aveva accumulato 625 multe dalla polizia stradale, addetti Atac, ausiliari e dalla Municipale. Un altro ne aveva collezionate 551 per un totale di 79.853 euro. Il Comandante del Corpo, Angelo Giuliani, a bilancio dell'azione di polizia ha espresso «grande soddisfazione per la brillante operazione portata a termine dall'VIII Gruppo». Nel ringraziare «il Comandante Antonio Di Maggio» ha sottolineato come «in un momento così delicato per la vita del Corpo, ancora una volta si dà dimostrazione delle alte professionalità che la Polizia Municipale ha al suo interno». Gli investigatori della municipale attendono il via libera della Procura di Roma, sezione distrettuale antimafia, per il sequestro delle 160 mila autovetture.

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