«Disabili tartassati più dei furbi»
.E così finisce che i disabili veri siano tartassati anche più dei manigoldi che fingono di esserlo. Le gambe di Roberto Masello, 59 anni, se l'è prese il diabete, amputate poco sotto il polpaccio nel 2003. La settimana scorsa l'ex infermiere specializzato in anestesia, che lavorava al San Camillo, ha passato la visita all'Inps per l'accertamento della persistenza dello stato invalidante. «Anche se le gambe perse sei anni fa non potevano essermi ricresciute» dice sarcastico. Ma non è contro il piano straordinario di verifiche che Masello se la prende, consapevole che serva a smascherare i furbi. Il problema è nato invece per un telegramma all'Inps di viale Chopin, inviato da Masello per chiedere di essere sottoposto «a visita domiciliare» invece che nella sede dell'Eur in quanto «amputato bilateralmente agli arti inferiori, cardiopatico e diabetico». Ma il telegramma non ha avuto seguito. E così Masello venedì mattina si è recato a via Chopin. La visita è durata pochi minuti. «Che ero amputato si sapeva già e anche un cieco si sarebbe accorto che le gambe continuavano a non esserci». Ma quello che «mi ha fatto incavolare - dice chiaro e tondo l'ex infermiere - è stato il fatto che non sia stato minimamente preso in considerazione il telegramma, non mi hanno neanche risposto, e l'ho rinfacciato alla commissione». Ma due giorni dopo la visita, la bella sorpresa: «una lettera di scuse dell'Inps». «Spesso la barriera più grande è l'indifferenza» dice Giuseppe Trieste, presidente Fiaba (Fondo italiano per l'abbattimento delle barrirere architettoniche) www.fiaba.org il sito internet. «Anch'io sono stato chiamato a controllo sei mesi fa nonostante io sia così da 48 anni, ma è grazie a queste verifiche se sono stati smascherati un 15% di falsi invalidi negli ultimi mesi». Di più. «Chiacchierando con la commissione medica ho scoperto che per quelli per cui viene confermata l'invalidità stavolta viene emesso un decreto definitivo e quindi non dovranno più sottoporsi ad ulteriori accertamenti». Ci sono, però, altri ostacoli da superare. Ogni 5 anni i portatori di handicap devono rinnovare la patente. E, sottolina Trieste, nonostante «viviamo nell'era online, non si possono ancora scaricare i moduli da internet, così siamo obbligati a recarci negli uffici per ritirarli».