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Mondiali di Nuoto, via i sigilli da otto circoli sportivi romani

Le piscine e gli spogliatoi del Salaria Sport Village durante i lavori dei Mondiali di Nuoto

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A una settimana esatta dal sequestro per abusi edilizi di undici circoli di nuoto della Capitale, la procura della Repubblica di Roma ha disposto il dissequestro di otto impianti. Il provvedimento, firmato dal pubblico ministero Sergio Colaiocco, giunge a due giorni dall'incontro a piazzale Clodio tra l'assessore comunale all'Urbanistica, Marco Corsini e i titolari dell'inchiesta. Corsini nell'incontro ha garantito che il Comune di Roma avvierà un percorso amministrativo che prevede il rilascio dei titoli necessari per realizzare le strutture, ritenute abusive dalla magistratura, «ora per allora». Gli otto impianti, «Cristo Re», «Aquaniene», «Polisportiva Parioli Tiro a Volo», «Villa Flaminia», «Agepi», «Axa Immobil Sport», «Real Sporting Village», «Sport 2000» sono stati quindi restituiti ai proprietari. Il provvedimento non blocca però l'inchiesta penale che vede coinvolte una trentina di persone, tra cui il commissario delegato per «Roma 2009», Claudio Rinaldi, il suo predecessore Angelo Balducci e Giovanni Malagò, già presidente del comitato organizzatore dei mondiali di nuoto e indagato in qualità di presidente del Circolo Canottieri Aniene proprietario dell'Aquaniene. Le accuse avanzate verso i proprietari dei circoli sono di abuso edilizio, mentre per Rinaldi e Balducci si parla di abuso d'ufficio. Resta, intanto, sospesa la posizione di altri tre circoli sequestrati lo scorso 8 ottobre in quanto i lavori erano ancora in corso all'atto del sequestro. La magistratura ritiene di affrontare la prossima settimana la sorte selle strutture del «Città Futura», «Roma 70» e «Roma Team Sport». In una posizione diversa sono invece i quattro circoli sequestrati dalla magistratura nel maggio scorso. «Salaria Sport Village», «Tevere Remo», «Gav New city», «Flaminio sporting club» restano sotto sequestro in quanto la Regione Lazio ha dato parere negativo ad un'eventuale sanatoria in quanto i lavori sarebbero stati compiuti su terreni con vincoli idrogeologici o archeologici. Invariata, comunque, si sottolinea in ambiti giudiziari, la considerazione in merito alla ritenuta sussistenza del reato. La procura infatti si accinge a chiudere l'inchiesta in tempi brevi, ritenendo ormai gli accertamenti sostanzialmente conclusi. Nel prossimo mese di giugno, alla scadenza del termine stabilito la procura della repubblica farà un controllo e se non saranno state rispettate le promesse e i privati non avranno adempiuto ai propri obblighi il sequestro tornerà pienamente valido. Il Wwf intanto ribadisce la sua contrarietà a qualsiasi sanatoria compresa quella promessa dal Campidoglio: «I poteri conferiti al Commissario pro tempore per i mondiali di nuoto - afferma Vanessa Ranieri del Wwf Lazio - non possono derogare la normativa europea, né il codice dei Beni culturali e del Paesaggio. Chiediamo al ministro Bondi e al Consiglio Superiore dei Beni Culturali e al direttore generale Lolli Ghetti di intervenire rigorosamente su questa vicenda che ha dell'incredibile. Confidiamo in un ravvedimento dell'Amministrazione comunale e auspichiamo che la stessa si costituisca responsabilmente insieme a noi parte civile nell'eventuale processo».

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