Che cosa fare per passare dal centralizzato all'autonomo
Ancoramolti immobili hanno un impianto centralizzato. Il periodo di accensione e spegnimento è diverso a seconda della zona geografica in cui si risiede. È regolata anche la temperatura che si deve raggiungere negli ambienti riscaldati dall'impianto: non al di sotto dei 18 gradi, non al di sopra dei 20, con una tolleranza per il limite massimo di due gradi. Non possono essere accesi prima delle 5 del mattina e si devono spegnere prima delle 23. L'impianto centralizzato, presente nel palazzo fin dalla costruzione, è un bene comune, appartiene cioè a tutti i condomini. Le spese per la sua manutenzione e il suo funzionamento, pertanto, devono essere ripartite tra i condomini sulla base delle tabelle millesimali, anche tra quelli che pur potendone usufruire non lo utilizzano (ad esempio perché l'appartamento non è abitato). La dismissione di impianti centralizzati era permessa solo quando si raggiungeva l'unanimità dei consensi. La legge 10/1991, invece, la consente con la sola maggioranza dei millesimi. In questo caso anche i dissenzienti devono adattarsi e sostenere le spese per rendere autonomo il proprio impianto e dismettere quello comune. Il condomino può distaccarsi dall'impianto centralizzato ma sarà tenuto a pagare la manutenzione e una quota di consumo, perché usufruisce del calore proveniente dai tubi dell'impianto comune. Per effettuare il distacco, infine, deve farsi redigere una relazione da un tecnico che attesti che l'operazione di distacco non comporta danno all'impianto comune.