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Caldaie, verificate 4 su 100

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Una caldaia

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Le tanto annunciate giornate di freddo nella Capitale sono arrivate. In poche ore la temperatura è scesa anche di dieci gradi in alcune zone della città. Soprattutto nei Municipi più vicini al Tevere, a Monte Mario, le zone lungo la via Cassia, sulla via Tiburtina poiché vicina al fiume Aniene, e nelle zone a Sud della città che si sviluppano tra via Tuscolana e via Appia, quasi a congiungersi con i Castelli Romani. E infine i quartieri Axa, Infernetto e Casal Palocco. Questa perturbazione ha dunque costretto i romani ad accendere i riscaldamenti autonomi con un mese di anticipo. Ma non tutti hanno a disposizione un impianto indipendente. Questi, infatti, dovranno attendere la metà del prossimo mese prima di avere attivo il riscaldamento in casa. Proprio in questo periodo, infatti, dovrebbero essere effettuati i primi controlli delle caldaie dei condomini e quelle delle case che hanno un impianto autonomo. Sul territorio romano sono state censite mezzo milione di caldaie, che nei prossimi giorni saranno accese dai romani a causa dell'ondata di freddo improvviso che si è abbattuta sulla città. Molti anche i romani che dovranno decidere se acquistare o meno una nuova caldaia. La scelta, in questo caso, deve essere mirata a scegliere un impianto di nuova generazione a condensazione, quattro stelle ad alto rendimento che permetta di ridurre il consumo di gas fino al 40% rispetto a una caldaia tradizionale a gas e risparmi subito il 55% grazie ai contributi statali, come stabilisce la legge finanziaria 2008. La normativa prevede infatti una serie di incentivi per contribuire alla diminuzione della bolletta energetica e alla riduzione dell'inquinamento. «Occorre responsabilità da parte di tutti - ha commentato l'assessore ai Lavori pubblici del Comune Fabrizio Ghera - perché con un piccolo sacrificio si garantiscono sicurezza e incolumità da una parte e il rispetto dell'ambiente dall'altra con una sensibile riduzione dell'inquinamento dovuta proprio agli impianti termici non a norma». Il problema, però, è quello di riuscire a controllare tutti quegli impianti a rischio prima che vengano azionati. Ma sarà controllato soltanto il 4% di quelli presenti in tutta la Capitale. E chi verrà sorpreso con impianti non a norma rischia sanzioni a partire da mille euro.

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