Viviana Spinella Prende corpo il piano sanitario regionale.
Unaseduta agitata quella di ieri mattina in commissione Sanità, iniziata presto con un colpo di teatro: le dimissioni dei quattro consiglieri di minoranza del PdL Saraceni, Fiorito, Luzzi e Maselli. In segno di protesta contro un piano definito "il libro dei sogni" e i tempi di presentazione, che di rinvio in rinvio sono slittati a pochi mesi dalla fine della consiliatura. Con i soli voti della maggioranza è stato licenziato dalla Commissione il documento di Giunta. Frutto di un dibattito continuo anche con le parti sociali. Tra tagli del personale e riorganizzazione della rete ospedaliera, si delinea meglio la sanità voluta dal presidente Marrazzo per gli anni 2009-2011: «Viene programmata l'attivazione di Day Service, del Week Hospital, dell'Osservazione breve intensiva - spiega il presidente della commissione Luigi Canali - Viene potenziato il territorio, ridefinito il ruolo dei medici di medicina generale, delineati i percorsi per la loro integrazione con la specialistica». Un Piano sanitario regionale che contiene «una serie di linee d'indirizzo per il riordino della rete ospedaliera e indica interventi per la modernizzazione delle strutture con ampliamenti, riqualificazioni e costruzioni di alcuni nosocomi». Tra le altre indicazioni, il potenziamento delle cure intermedie, con il fulcro dei Presidi territoriali di prossimità e la necessità di riprogrammare le dotazioni sulla base del fabbisogno della popolazione. Quello che manca, invece, lo elenca l'opposizione: «Una programmazione temporale, i criteri per la ristrutturazione della rete ospedaliera, quanto effettivamente si risparmia - spiega Vincenzo Saraceni - Questo piano è un'antologia dei desideri: non contiene il fabbisogno di salute dei cittadini, non è stato risolto l'accreditamento istituzionale, il potenziamento dei servizi sul territorio e la riorganizzazione delle asl». Va giù duro Donato Robilotta: «È pura demagogia: 350 pagine vogliono dire tutto e niente. L'accusa che faccio a Marrazzo è di non aver messo davvero mano a una riforma strutturale della sanità». E la protesta va avanti, annunciano gli "aventiniani" del centro-destra: con l'assenza, domani alle 11, dall'Aula del Consiglio e con un sit-in organizzato davanti all'ospedale Forlanini.