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Riapre la stazione Tor di Quinto

Il marito di Giovanna reggiani assieme ad Alemanno e Marrazzo

A due anni dall'omicidio di Giovanna Reggiani una targa la ricorda

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Quella strada sterrata che porta alla stazione di Tor di Quinto, dove due anni fa Giovanna Reggiani è rimasta vittima di una brutale aggressione, oggi è asfaltata. I lampioni, muniti di telecamere, illuminano il viale e una colonnina Sos spicca al centro della strada. La stazione, poi, che fa parte della tratta Roma-Viterbo, che da ieri può contare sulla riapertura anche della stazione Euclide chiusa l'estate scorsa per ristrutturazione, è stata ricostruita a pochi metri di distanza da quella vecchia e viene restituita ai romani e ai turisti, che potranno raggiungerla anche con una nuova linea di bus, il 332. Ma una targa in memoria di Giovanna, apposta all'ingresso della stazione, non farà dimenticare quello che è accaduto nell'ottobre 2007: «Contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne – si legge – il Comune di Roma posò il 13 ottobre 2009 in memoria di Giovanna Reggiani vittima di inaudita violenza in questo luogo il 30 ottobre 2007». La cerimonia di inaugurazione che si è tenuta ieri alla presenza, tra gli altri, del sindaco Alemanno, del presidente della Regione Piero Marrazzo, dell'assessore alla mobilità Sergio Marchi, ha lasciato spazio alla commozione quando il marito della donna, l'ammiraglio Giovanni Gumiero ha ricordato chi era Giovanna: «Una donna semplice, che avrebbe gradito questa targa a testimonianza dell'impegno di tutti contro ogni violenza nei confronti delle donne». Parole che Alemanno ha voluto prendere ad esempio di «coraggio, per essere migliori e dare risposte che questa città si aspetta e merita». Dopo Tor di Quinto ed Euclide, seguiranno i lavori per la trasformazione in stazioni di metropolitana leggera a Due Ponti, Labaro, Centro Rai e Prima Porta. A piazzale Flaminio, invece, nascerà una nuova stazione sotterranea che si aggiungerà all'esistente. «Abbiamo finanziato con 400 milioni di euro la tratta fino a Civita Castellana», ha ricordato Marrazzo.

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