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"La caduta non è un segno"

Un vigile del fuoco mentre lavora alla messa in sicurezza della statua della Madonna della Camilluccia, crollata per il maltempo

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La notizia della caduta dall'alto piedistallo della Madonna di Monte Mario è passata velocemente di bocca in bocca fra gli abitanti della zona già delle prime ore della mattinata di ieri e presto ha provocato fra i fedeli residenti un sentimento di smarrimento. La caduta della statua rappresenta un cattivo presagio per la Città. Paura che è aumentata quando a tarda mattina si è saputo che la Madonnina dalla caduta ha perso un braccio e che questo è stato trovato sul prato a poca distanza dal resto del corpo e la mano era rivolta verso la Basilica di San Pietro. Si tratta di un messaggio celeste o un cattivo presagio verso il Papa, la Curia o la città di Roma, dunque? Abbiamo intervistato il più esperto conoscitore della teologia e del culto della Vergine, Padre Stefano de Fiores,dei Missionari Monfortani, professore emerito di mariologia presso l'università Gregoriana di Roma e presidente dell'Associazione Mariologica interdisciplinare italiana. Professore, fra la gente è nato il timore che la caduta della statua possa essere un avvertimento divino di minaccia sulla città di Roma, qual è il suo pensiero? «Escludo in maniera assoluta l'ipotesi di considerare la caduta della statua come un evento miracoloso o eccezionale di natura sovraumana. L'episodio che ha causato la caduta è un evento naturale, come è la caduta di un albero o di un cornicione di un tetto sotto la furia del vento. Come è accaduto l'altro ieri e che purtroppo sappiamo ha mietuto anche una vittima oltre ad alcuni feriti e tanti danni alle cose. Per prendere in esame un evento come miracoloso è necessario ravvisare una sproporzione nell'evento stesso. Cioè il sommarsi di cause ed effetti straordinari».   Padre, che cosa intende dire con "effetti straordinari"? «Mi viene in mente come esempio la presunta lacrimazione della Madonna di Civitavecchia, evento che attualmente è in esame presso la commissione competente che giudicherà dopo una lunga procedura, costituita da testimonianze ed analisi rigorosi, la natura dell'evento. Quello è un caso sproporzionato, la statua ha lacrimato sangue più volte, anche nelle mani del vescovo, monsignor Grillo, e soprattutto è stato visto da tutti i presenti». Allora come spiega che tanta gente, oggi di cultura largamente laica, di fronte ad un fatto così circoscritto ma che coinvolge un simbolo cristiano, si emozioni così fortemente come se fosse praticante in modo ortodosso? «Tutto è grazia, risponderebbe madre Teresa di Calcutta. Voglio dire, se un evento così naturale può risvegliare una o mille coscienze cristiane, vuol dire che sotto la neve c'è grano che può germogliare ed anche un evento così catastrofico può condurre al Signore delle pecorelle smarrite. Ho studiato molti casi in cui di fronte ad un evento naturale la folla vuole vedere nel fatto qualcosa di innaturale. Nel 1783, per esempio nella cittadina di Polsi in Calabria, ci fu un disastroso terremoto che provocò migliaia di morti. Tra le macerie venne trovata la statua della Madonna integra ma con la sua corona sul grembo. Dai fedeli ciò fu considerato un presagio di prossima scomparsa del regno dei Borboni. Fatto che è poi accaduto quasi ottant'anni dopo».  

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