Chiese in vendita per pagare i debiti
E rimetti a noi i nostri debiti. Come nell'orazione, il Comune di Subiaco confida di estinguere la sua esposizione debitoria chiedendo un aiuto alla chiesa. Anzi, alle chiese, le tre cappelle (una cinquecentesca, un ex convento dei cappuccini e una chiesetta del settecento) che figurano nel patrimonio immobiliare del Municipio, appena reduce dal riconoscimento di debiti fuori bilancio per 951mila euro. «La copertura di questi debiti viene garantita da una perizia estimativa riguardante l'alienazione di fabbricati di proprietà comunale per 967 mila euro, fra cui sono comprese la chiesetta di Monte Livata e il Rifugio adiacente. Un'assurdità - attacca la minoranza del Pd - si riconoscono debiti che da domani debbono essere pagati con soldi veri a fronte di una vendita di patrimonio immobiliare che non avverrà mai». « No, la vendita partirà invece a breve - ribatte il sindaco Pierluigi Angelucci (Pdl) - abbiamo già incaricato una società immobiliare specializzata che, in accordo con la banca, procederà alle aste. Si tratta di un regolare piano di alienazioni e valorizzazioni, previsto da una legge del 2008, a cui stanno ricorrendo molti Comuni: d'altra parte non si può tenere e fare tutto; abbiamo delle priorità, come i servizi, cui dover far fronte. Oltre a una serie di debiti molto vecchi, di più di 15 anni, che nel frattempo sono raddoppiati». «E perché rimette questi debiti proprio a carico delle chiese?», chiede sbalordito il parroco di Monte Livata, monsignor Carlo Alberto Fioravanti. «Sono sorpreso. Non sapevo nulla di questa vendita che spero non avvenga mai. Non si può impegnare anche un luogo di culto visitato addirittura da Pio VI nel 1776. Certo, la proprietà è comunale, noi abbiamo soltanto l'uso e le chiavi, però - conclude il parroco- tutta la comunità della "montagna della capitale" è affezionata a questa storica cappella». «Ma nessuno potrà toccare la chiesa, perché sarà ovviamente vincolata la destinazione d'uso dell'edificio - spiega il sindaco - noi poi non mettiamo in vendita solo le chiese, ma gli interi complessi che inglobano gli edifici di culto. Nelle prossime fasi del piano è prevista anche l'alienazionedel palazzo Moraschi-Piatti, che ha una chiesetta del settecento, e l'istituto del Cardinal Massaia, in cui c'è l'ex convento cinquecentesco dei Cappuccini. Tutti complessi che necessitano di restauri importanti, ma impossibili per il nostro bilancio, per i quali si spera di trovare privati disposti a fare una sorta di mecenatismo». Ma l'operazione non convince gli esperti di storia locale, come il professor Paolo Capitani: «È grave pensare di poter mettere all'asta un complesso medievale come il rifugio di Monte Livata, che era la stazione di posta e cambio cavalli dei pellegrini provenienti dall'Abruzzo. Fu per loro che alla fine del Cinquecento i canonici di Sant'Andrea edificarono la chiesetta».