"Togliete i sigilli alle piscine"
Se giovedì scorso, giorno dell'apposizione dei sigilli della magistratura agli impianti del nuoto di 11 circoli capitolini, Gianni Alemanno aveva pregato la Giustizia di far presto affinché le piscine potessero tornare fruibili, ieri il sindaco ha lanciato un appello chiedendone «il dissequestro nei tempi più rapidi possibili». «È giusto che l'inchiesta vada avanti - ha detto - ma non è giusto che Roma venga privata di impianti realizzati in base a ordinanze della presidenza del Consiglio. Se queste ordinanze non sono state ritenute valide, se ci sono problemi di conflitti istituzionali tra governo e magistratura, perché c'è anche questo elemento di fondo - ha sottolineato il sindaco - è giusto che l'inchiesta vada avanti garantendo però l'uso degli impianti». Al Campidoglio, ha aggiunto, «interessa garantire la fruizione da parte della cittadinanza. Alla peggio, se fossero frutto di abusi, gli impianti potrebbero essere dichiarati di proprietà pubblica, ma non possono assolutamente essere abbattuti». Su eventuali ripercussioni negative dei sequestri delle piscine sulla candidatura di Roma alle olimpiadi del 2020, Alemanno ha chiarito che in futuro «si deve costruire una procedura inattaccabile, per non vivere più problemi di questo tipo». Il sindaco ha inoltre rilanciato sulla posizione di Roma come candidata ad ospitare i Giochi, spiegando che la candidatura di Hiroshima e Nagasaki, distanti 300 chilometri l'una dall'altra, «non è possibile proprio perché doppia. È come si si candidassero insieme Roma e Firenze». Sui sigilli nei circoli è tornata a parlare anche l'opposizione in Campidoglio.Per il Capogruppo del Pd Umberto Marroni, «c'è stata una gestione poco trasparente dei Mondiali di Nuoto. I nomi delle società beneficiarie sono spesso gli stessi degli organizzatori e sulla procedura di assegnazione il Comune non ha ancora fatto piena luce».