Droga per le notti della movida Preso lo spacciatore-scrittore
La droga, dal Brasile alle strade romane del divertimento, passando per un intellettuale, uno scrittore e ingegnere informatico nigeriano, anche se nel suo sito Internet scrive di essersi laureato in Chimica. È il risultato di un anno di indagini portate avanti dai carabinieri della Compagnia di Trastevere coordinata dal maggiore Stefano Ranalletta, sotto la regia del comandante del Gruppo Roma, il colonnello Alessandro Casarsa. Ieri mattina è stato chiuso il primo capitolo dell'inchiesta, con otto arresti, quattro stranieri - in testa l'intellettuale nigeriano Emenike Uchenna Benneth, 40 anni - e altrettanti italiani, tra i quali anche una ragazza di Tor Bella Monaca, e altri nelle zone di Ariccia e Anzio, accusati di associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanza stupefacente. Le indagini prendono il via seguendo chi compra la dose il sabato sera e chi la vende. Dai pusher di strada si arriva ai loro fornitori: i quattro italiani. Quindi ai nigeriani. Secondo l'accusa, infatti, sono loro il perno centrale di questo giro di droga. Ed Emenike Uchenna Benneth sarebbe la mente, l'uomo-cerniera coi grossisti del Sudamerica. Intercettando le conversazioni telefoniche, i carabinieri riescono a conoscere i suoi contatti oltreoceano. Parla con loro usando svariate schede telefoniche, chiamando dai call center in diversi punti della Capitale e anche dell'hinterland, dai Castelli al litorale. Stabilisce il quantitativo di droga (cocaina, eroina e hashish), pattuisce il prezzo e parte l'operazione: lui paga da un money transfert alla Borghesiana e i sudamericani spediscono i loro corrieri, spesso via aereo, spezzettando la rotta in varie tappe, prevedendo numerosi scali. Una volta a destinazione, la roba viene lasciata in zainetti: nei call center, in centri commerciali o nei depositi bagagli. Durante l'anno d'indagine i militari ne hanno sequestrata circa 4 chili. Ieri prima dell'alba gli otto sono stati catturati nelle loro abitazioni. Lo scrittore nigeriano nella zona di Ariccia, con sua grande sorpresa. «Arrivato in Italia nel settembre di 1992 - scrive Emenike - scoprii l'amara realtà della vita da immigrato in un paese come l'Italia, non tanto disposto ad accogliere chi è diverso». Ora deve rispondere di traffico e spaccio di droga.