Centro carni per "salvare" l'Ama Maratona notturna in Campidoglio
Ci mancava solo un «problema tecnico» del sistema elettronico di voto a complicare la seduta fiume del Consiglio comunale per la cessione della proprietà all'Ama dell'ex Centro carni di via Palmiro Togliatti. Una cessione «quasi» obbligata, considerando che il debito dell'azienda capitolina è salito ormai a 1,2 miliardi di euro, con un'esposizione a breve verso le banche di circa 600 milioni di euro. Una delibera sulla quale il Pd ha dato battaglia tenendo i lavori aperti fino a tarda notte con migliaia di emendamenti e ordini del giorno. Un ostruzionismo, quello dell'opposizione, dettato soprattutto dal progetto a servizio del Municipio VII già approvato per l'ex Centro carni e ora, secondo gli esponenti del Pd, in pericolo. Diversi gli «scontri» da una parte all'altra degli scranni capitolini. Chiarisce subito il capogruppo Pd, Umberto Marroni: «La battaglia dell'opposizione è stata condotta contro un provvedimento iniquo, per alcuni aspetti illegittimo che esclude dalla decisione il Municipio competente e che priva il comune di un patrimonio sul quale era prevista una valorizzazione socio-culturale a servizio del Municipio VII e dei quartieri limitrofi». Mette i punti sulle "i", il capogruppo Pdl, Dario Rossin: «Abbiamo assistito ancora alle strumentalizzazioni che il centrosinistra sta cercando di portare avanti sulla cessione del Centro carni ad Ama. La solita lezioncina che l'opposizione poteva tenere per sè e alla quale ormai nessuno crede. Questo soprattutto alla luce di un buco nelle casse della municipalizzata che ormai conoscono davvero tutti, ma che il centrosinistra si ostina a celare». A tenere banco il capogruppo de La Destra, Francesco Storace che ha più volte «stimolato» i nervi dell'opposizione da una parte e offerto preziosi assist alla maggioranza, fino alla «guarra aperta» con il consigliere Pd Dario Nanni che parla di «pianisti»: «Nonostante siamo in seconda convocazione e il numero elgale è di 22 consiglieri, la maggioranza è dovuta ricorrere ai pianisti che hanno votato per i consiglieri assenti». Dura la replica di Rossin prima, che minaccia denuncia, e di Storace poi che assale il Pd: «Se l'opposizione fosse presente questa delibera sarebbe già bocciata». Ma così non è stato e il voto, combattuto, è arrivato a notte fonda. Se basterà l'ex Centro carni a «salvare» l'Ama si saprà probabilmente tra qualche tempo.