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Auto in fuga, vigile spara Sequestrata la pistola

Il comandante dei Vigili urbani dell'VIII Gruppo, Antonio Di Maggio

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{{IMG_SX}}A Roma si rischia la vita anche per colpa dei bulli che imitano Schumacher. E guidano a folle velocità in pieno giorno, seminando il panico come il ventenne di Tor Bella Monaca, che ieri, per evitare l'alt, ha tentato di investire un vigile urbano, Antonio Di Maggio. L'ufficiale ha esploso tre colpi di pistola mirando alle ruote. Ora gli hanno tolto l'arma. Ma il sindaco Alemanno sta dalla sua parte: «Ha agito bene». Il bullo di periferia, M.M., 20 anni e la fedina penale già sporca, ha guidato a folle velocità zigzagando al volante di un'Audi A3, seminando il panico in pieno giorno, tra le 11 e mezzogiorno, su via di Tor Bella Monaca, nel popolare quartiere nella periferia di Roma Est, dove gente perbene e malavita sono vicini di casa. Nell'auto c'era anche un'altra persona. Il giovane non s'è fermato neanche quando un'auto civetta dei vigili urbani dell'VIII Gruppo gli ha intimato l'alt con la paletta. Inseguito a sirene spiegate ha continuato la sua pazza corsa. Ma all'altezza dell'incrocio con via Casilina, l'Audi ha dovuto per forza rallentare. E i vigili urbani ne hanno approfittato azzardando una manovra spericolata. L'auto civetta ha tagliato la strada all'Audi, mettendoglisi di traverso alla strada come in un film. I vigili urbani sono subiti scesi. E con i suoi uomini anche il comandante Antonio Di Maggio. Ma il ragazzo non si è arreso. E per guadagnarsi la fuga ha tentato di investire Di Maggio, che ha sparato tre colpi di pistola alle ruote per cercare di fermare la vettura. Ma i proiettili forse non sono riusciti a perforare le gomme, ma solo a raggiungere il parafango. E il piccolo Schumacher senza patente è riuscito a dileguarsi, anche se è rimasto per poco in incognito. L'hanno pescato davanti ad un esercizio commerciale i carabinieri, che hanno dimostrato di conoscere anche i sassi a Tor Bella Monaca. Appena ricevuta la nota informativa dai vigili, infatti, i militari della compagnia Carabinieri di Frascati, comandati dal capitano Giuseppe Iacoviello, hanno capito subito dove poteva essere parcheggiata l'auto e chi poteva esserci alla guida. L'Audi è stata ritrovata in sosta su via dell'Archeologia con i fori dei proiettili all'altezza delle ruote. Il presunto conducente si gingillava come nulla fosse davanti a un esercizio commerciale. «È lui» l'ha riconosciuto Di Maggio. Il giovane è stato interrogato dai carabinieri, che l'hanno denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e guida senza patente. E che ora devono capire chi era con lui. Nella casa della famiglia del ragazzo, sono stati rinvenuti un bilancino di precisione elettronica da stupefacenti e uno serie di spadini professionali per forzare le auto. Mentre l'auto di proprietà della madre del giovane è risultata «priva di assicurazione e sottoposta a fermo amministrativo». Di Maggio ha avuto fegato. È riuscito a schivare l'investitore. E ha tentato di fermarlo, mirando solo alle ruote. Ma per ora è quello che ha pagato di più: gli hanno tolto la pistola, anche se è un un atto dovuto, e potrebbe farsene assegnare subito un'altra. E non è indagato, per ora. Il pm Andrea Mosca ha disposto, come da prassi, la perizia balistica della pistola per la comparazione con il segno rinvenuto sul mozzo della ruota anteriore sinistra dell'Audi sequestrata. «Il sequestro dell'arma del comandante Antonio Di Maggio, che ieri mattina ha rischiato di essere investito da un'auto durante un servizio di polizia giudiziaria - conferma il comandante del Corpo Angelo Giuliani - è consuetudine e prassi a tutela dell'agente operante nonché dei cittadini. In questi casi l'arma viene infatti messa a disposizione dell'autorità giudiziaria, un atto quindi doveroso». E la ricostruzione dei vigili urbani coincide con quella dei carabinieri. Il Sulpm si augura che «non escano dalle tane i soliti avvoltoi per strumentalizzare a fini politici l'episodio accaduto a Di Maggio con l'armamento della polizia municipale».

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