Arriva l'orto curato dai pensionati
Romaè il primo comune agricolo d'Europa. Un patrimonio che lega economia, produzioni, conoscenze, tradizioni e territori. Pietro Di Paolo, è consigliere regionale, fa parte della commissione Agricoltura, è vicepresidente della Commissione regionale Bilancio ma soprattutto è delegato dal sindaco Alemanno all'Agricoltura capitolina. Cosa vuol dire essere primo comune agricolo? «Significa che questa amministrazione vuole restituire importanza a questo settore produttivo. In questo primo anno ci siamo attivati per dare all'agricoltura il ruolo che merita. Lo dimostrano i fatti. Non ultimo il piano casali dell'assessore al Patrimonio Antoniozzi, che ha tenuto conto della specificità dell'agricoltura». Qualche altro esempio? «Ne abbiamo parlato in campagna elettorale e oggi diamo concretezza ai farmer's market, per la vendita diretta dei prodotti da parte delle imprese agricole. Sono tre i pilastri sui cui poggia il progetto: la stagionalità, la filiera corta che elimina l'intermediazione e favorisce il contenimento dei prezzi, e l'opzione "km zero" delle imprese dell'agro romano per prodotti a basso impatto ambientale». L'agricoltura è competenza prevalentemente regionale. Come può incidere il Campidoglio? «Può farlo su piani diversi. Il Comune gestisce due grandi aziende agricole, la Tenuta del Cavaliere e Castel di Guido, che però versano in condizioni problematiche e necessitano di un rilancio. Per questo entro l'anno partirà la bonifica ambientale di tutti i manufatti e saranno installati pannelli solari per dare autonomia energetica. La nostra città è un mercato naturale ma servono politiche di promozione.In questo contesto si inserisce anche l'agrobus». Cioè un autobus agricolo? «È un vecchio mezzo pubblico che, sotto le feste di Natale, sarà itinerante nella città e promuoverà le eccellenze dell'agro romano. L'agrobus sarà in funzione ogni fine settimana». E in futuro? «Il progetto sugli orti urbani. Richiede tempi lunghi ma sono sicuro che ci darà delle soddisfazioni perché ha una forte motivazione sociale. Con l'anno nuovo in almeno tre municipi realizzeremo gli orti affidati a pensionati o volenterosi realizzati in piccoli spazi, inservibili sotto il profilo urbanistico e come verde pubblico. Daranno un minimo di reddito e consentiranno il recupero ambientale di aree comunque inutilizzabili». Tra tanti marchi di garanzia. Si può immaginare un marchio Roma per le eccellenze agroalimentari? «La Capitale è un biglietto da visita eccezionale e legarlo ai prodotti romani sarebbe un volano gigantesco per le aziende agricole». C'è un grande dibattito sul futuro dell'agro romano. Alcuni sostengono che sia in pericolo. È così? «La campagna e l'agro romano sono una risorsa espressa al di sotto del 50% delle sue potenzialità. Il salto si fa se accanto alle politiche di tutela si affianca la valorizzazione. Altrimenti la sola tutela diventa l'anticamera del degrado».