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Caffarella, sconto di pena alle belve

Nella foto i due romeni accusati e condannati per lo stupro della Caffarella (foto Gmt)

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Stupro alla Caffarella, pene lievi per i due romeni che hanno violentato una ragazzina di 14 anni e picchiato il fidanzato. Critico il sindaco di Roma: «Pene troppo miti». Soddisfatto il difensore degli stranieri, che comunque impugnerà la sentenza. «Sono stato costretto a compiere la violenza sessuale da alcune persone, tra cui anche Luca Bianchini che è in carcere con me». Ha tentato in tutti i modi, fino a pochi minuti dalla sentenza, di alleggerire la sua posizione, coinvolgendo nell'inchiesta sullo stupro al parco della Caffarella anche l'uomo accusato di essere lo stupratore seriale della Capitale. Il giudice, però, non ha preso in considerazione le sue dichiarazioni spontanee, condannandolo a undici anni di carcere per due stupri: quello alla Caffarella e al Pigneto ai danni di una ragazza di 23 anni, violenza che ha sempre negato. Al romeno Oltean Gavrila il gup ha contestato la violenza contro una ragazzina di 14 anni avvenuta il giorno di San Valentino e di aver picchiato il suo fidanzato, costretto ad assistere alla violenza. Non solo. Il gup Luigi Fiasconaro ha anche inflitto sei anni di carcere al connazionale Ionut Jean Alexandru, per aver stuprato anche lui la ragazzina il 14 febbraio scorso. Si tratta, comunque, di pene decisamente inferiori rispetto a quelle che aveva chiesto il pubblico ministero Vincenzo Barba: sedici anni e otto mesi per Gavrila e dieci per Alexandru. Soddisfatto della sentenza l'avvocato della difesa, il penalista Carlo Scepi. Il legale ha comunque annunciato che impugnerà la sentenza una volta lette le motivazioni del verdetto. Ieri, nell'aula del palazzo di Giustizia di piazzale Clodio a Roma, non erano presenti né i due ragazzini aggrediti alla Caffarella, che sono ancora fidanzati, né la ragazza violentata a Villa Gordiani. In Tribunale soltanto i due imputati, arrivati circondati da agenti della polizia penitenziaria, indossando jeans, maglietta e felpa, camminando nei lunghi corridoi con lo sguardo alto. Come se non avessero nulla di cui vergognarsi.

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