Cortei, il bluff del protocollo
Ore 14.30, piazza della Repubblica; ore 15 piazza dell'Esquilino; ore 15.30 piazza del Popolo. Così, a partire dalle prime ore del pomeriggio il centro storico capitolino si ritroverà nella morsa delle proteste. Due cortei, dei precari della scuola e il sit-in della Federazione nazionale stampa italiana danno oggi inizio a una nuova stagione di paralisi della Capitale. In barba al protocollo d'intesa fortemente voluto l'anno scorso dal sindaco Alemanno proprio per evitare che manifestazioni di piazza si svolgessero fuori dai percorsi stabiliti e in tempi non ravvicinati. Al di là delle intenzioni, insomma, si riparte da zero. Ne è consapevole il sindaco Alemanno che ha usato toni particolarmente duri, anche nei confronti del prefetto Pecoraro. «Voglio esprimere la mia protesta per lo svolgimento di tre manifestazioni nella stessa giornata. Una situazione che non è accettabile per la città. Chiamerò il prefetto - promette Alemanno - e gli chiederò di riconvocare un tavolo sui cortei. Vogliamo regole più rigide: non ci possono essere manifestazioni contemporanee, a meno che non siano manifestazioni stanziali. Ci può essere una manifestazione alla volta e comunque non più di un certo numero complessivamente. Credo - ha aggiunto il sindaco - che si debba rivedere il protocollo, tra l'altro scaduto, che era stato firmato in prefettura e che evidentemente non è sufficiente ad evitare situazioni di questo genere. È vero che si tratta di tre manifestazioni di carattere nazionale, ma è altrettanto vero che la città non può ospitarne nello stesso giorno. Così la città soffoca». Le linee Atac deviate nel pomeriggio sono sessanta. Traffico interdetto ovviamente anche alle auto private durante il passaggio dei cortei e polizia municipale mobilizzata. Per le nuove regole occorre però fare in fretta: i precari della scuola hanno già indetto altri tre scioperi e cinque manifestazioni.