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Edilizia privata, la città riparte

Un Cantiere

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«Questa nuova Convenzione fa ripartire Roma dopo un lungo periodo di incertezze che aveva bloccato l'edilizia privata. Significa vecchi e nuovi progetti da portare avanti, ma soprattutto investimenti molto consistenti mai come oggi utili all'economia capitolina per superare la crisi». L'assessore all'Urbanistica del Comune di Roma Marco Corsini ha portato ieri sera in Consiglio comunale per il voto finale la delibera del nuovo schema di regole «che riscrivono - spiega - il rapporto tra Comune e privati sulla realizzazione di opere d'urbanizzazione primaria». Quanto ha influito la crisi economica sulla crescita del settore edile romano? «Basta confrontare i permessi per costruire rilasciati dal Comune con quelli rilasciati nel periodo precedente la crisi. Sono più meno gli stessi. Ma poi ne sono stati ritirati di meno». Cosa cambia rispetto al passato con questa nuova norma di convenzione? «Si viene a creare un rapporto condizionale tra ente e investitore. Ora, chi vuole costruire, deve prima realizzare le opere di urbanizzazione primaria al 100%. In questo modo si eviterà di ritrovarsi nuovi agglomerati urbani scollegati dalla città». Ora che il Prg è stato riabilitato dal Consiglio di Stato si può procedere velocemente? «C'è ancora tanto lavoro da fare sulle norme tecniche. Sono troppo contorte, incomprensibili e di difficile interpretazione». Ma lo stop del Tar non era legato proprio a ricorsi presentati sulla base delle modifiche apportate alle norme tecnche? «Il Tar contestava che alcune modifiche fatte al Piano in Conferenza di copianificazione non fossero state poi deliberate nuovamente dal Consiglio comunale. Per quanto riguarda le variazioni alle norme tecniche il Tar sta ancora valutando. Diaciamo che ora sono al duplice vaglio degli uffici capitolini e del Tribunale». Si riferisce agli altri 220 ricorsi presentati? «Sì, ma è bene distinguere. Questi ricorsi non mettono in dubbio, a differenza di quello respinto dal Consiglio di stato, la validità del Prg. Sono ricorsi su questioni specifiche». A che punto siamo con i Piani di zona? «Le aree destinate a risolvere l'emergenza abitativa sono passate da 32 a 29. Entro tre mesi sarà completata l'acquisizione delle aree al Comune». Ma non sono pochi, tre mesi? «L'iter di acquisizione delle aree da parte del Comune è stato velocizzato dalla possibilità di trasformare il debito dell'amministrazione sull'esproprio in 20 per cento di cubatura in più. Ciò incentiva i proprietari a cederle». Ci sono altri modi per rispondere all'sos case? «Credo che insieme alla Regione si possa riuscire a trovare la quadra anche sul capitolo demolizione e ricostruzione, senza intaccare per forza l'agro romano, su cui già pesano i Piani di zona. Credo inoltre che bisogna imparare dalla lezione aquilana. Non ci sono mica solo villette bifamiliari prefabbricate. Oggi esistino tecniche per realizzare edifici più complessi».  Roma e Lazio, nuovi stadi. Che ne pensa? «Nulla in contrario, se la loro realizzazione è compatibile con il Prg. Londra ne ha 6».

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