Beni confiscati, record ai Castelli
Trentadue immobili tra ville, appartamenti, terreni e box, perlopiù riconducibili alla banda della Magliana ed esponenti della camorra, si trovano ai Castelli Romani e rappresentano circa l'8 per cento degli immobili confiscati alla mafia nel Lazio. Pari a un valore di oltre 10 milioni di euro rispetto al totale di 100 milioni dei 328 beni confiscati nell'intera regione. E più o meno sono concentrati nella metà dei 17 Comuni dell'hinterland: Albano con un bene, Castel Gandolfo con un bene, Frascati con 3, Grottaferrata 9, Lanuvio 2, Marino 6, Monte Compatri 2 e Velletri 8 immobili. Di questi 32 beni, 12 devono essere riconvertiti e questo sarà compito dell'agenzia regionale che gestirà tali immobili. È da tre giorni infatti, che il Consiglio regionale del Lazio ha approvato la legge sui beni confiscati alla mafia. Un'agenzia per la gestione, un fondo di rotazione per l'estinzione delle ipoteche e uno di garanzia per agevolare l'accesso al credito dei destinatari dei beni. Gli immobili ancora senza destinazione, sia perché liberi e sia perché occupati senza contratto, si trovano a Marino (confisca nel 2004 di 1 appartamento e 1 box in via Pietro Maroncelli), Lanuvio (confisca nel 1995 di un appartamento e un box in via Nettunense 126), Monte Compatri (confisca nel 2000 di un appartamento a piazza del Cupellaro), Frascati (confisca nel 2007 di due terreni agricoli in località Colle Papa), Castel Gandolfo (confisca nel 2001 di una villa in via dei Pescatori 114) e Velletri (confisca nel 2003 di due appartamenti, un box, un locale e un terreno edificabile in Contrada Madonna degli Angeli). Grottaferrata è la dimora indiscussa del maggior numero di beni confiscati alla mafia: nove immobili sequestrati nel 2000 e consegnati nel 2006 allo Stato destinati ad alloggi per le forze di polizia: una villa e un box in via del Fico 76/78 e 4 ville e 3 box in via S. Bartolomeo di cui 2 sottratte all'ex «re delle bische clandestine» Aldo De Benedittis.