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Palme morte, rimuoverle è troppo costoso

Palme malate

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{{IMG_SX}} Da 25 anni vivo all'Axa, un quartiere residenziale di Roma vicino a Ostia. La mia palma, circa un anno fa, è stata infestata dai punteruoli rossi che in breve tempo l'hanno rovinata. Mi sono rivolta a un giardiniere privato pagando ben 300 euro per ogni intervento. Ma così non hanno fatto alcuni vicini che, tenendo le piante morte in giardino, hanno permesso al punteruolo rosso di continuare a propagare l'infezione ad altre piante. Possibile che non c'è nessuno che faccia rispettare le leggi imponendo ai privati di provvedere alla bonifica? Sia i vigili urbani che il corpo forestale delegano l'assoluta responsabilità al Comune allontanando di fatto la risoluzione del problema. Lettera firmata Il filo diretto con la cronaca di Roma. Potete inviare lettere, commenti e segnalazioni a questo indirizzo e-mail (clicca qui), al numero di fax 06/675.88.324 o via posta a Il Tempo - Lettere, piazza Colonna 366 - 00187 Roma. Punteruolo rosso, la strage delle palme continua. Anche grazie alla burocrazia. Estenuanti passaggi di responsabilità, lunghe attese ai centralini, esposti per segnalare le piante infettate che non hanno mai seguito immediato. Tutti elementi che facilitano la diffusione dell'epidemia provocata dal terribile coleottero asiatico che, dal 2005 a oggi, ha fatto distrutto migliaia di palme. Abbattere una pianta ammalata non è una scelta lasciata al libero arbitrio del cittadino ma un obbligo di legge: un decreto ministeriale del 9 novembre 2007 impone l'eliminazione e il corretto smaltimento delle piante morte pena una sanzione che varia dai 500 ai 3mila euro. Il problema sorge però quando si tratta di far rispettare la norma. In teoria, il proprietario della pianta malata, ma anche un vicino di casa che abbia interesse a denunciarlo, inviano la segnalazione al servizio fitosanitario della propria Regione. Una volta pervenuta la notizia di un focolaio d'infezione, dovrebbe scattare il sopralluogo di tecnici competenti che imporranno al proprietario la terapia della pianta o l'abbattimento. «Ad accertare le violazioni sono competenti tutte le forze di polizia, dai vigili urbani al corpo forestale» spiega Libero Piga, presidente dell'Arovap, l'associazione che riunisce gli operatori del verde pubblico. La realtà è ben diversa. I vigili urbani, contattati, sostengono di non aver alcuna competenza o obbligo in materia così come il corpo forestale dello Stato che rimanda «l'assoluta responsabilità» al Comune. Naturale che, in assenza di qualcuno che faccia rispettare la legge, gli abusi si moltiplicano anche perché i costi che deve sostenere il cittadino sono alti. Qualora per la palma ci siano ancora speranze di ripresa, un ciclo di trattamenti endoterapici costa dai 750 ai 1500 euro. «Oltretutto - spiega Patrizia proprietaria di una palma - la cura va ripetuta almeno una volta all'anno. Io ho già speso 1300 euro». Stessa cifra che il cittadino arriva a spendere per disfarsi della pianta morta. «Una volta tagliata - spiega ancora - la palma va imbustata per evitare la diffusione del punteruolo e smaltita nelle apposite discariche». «Io che di palme ne ho tre pago ogni volta 1500 euro - spiega Mauro - spesa cui non posso sottrarmi se non voglio che la palma venga riattaccata». Già, perché il trattamento pur oneroso delle singole piante diventa assolutamente inutile laddove altri residenti in zona non provvedano a curare le proprie piante o a estirpare quelle già morte, focolai di continue infezioni. «Sono spese insostenibili – continua Liliana - quasi ci pentiamo di aver piantato la palma». Come lei, evidentemente, la pensano altri cittadini che per evitare di pagare una manutenzione costosissima preferiscono ignorare il problema.

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