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Il governatore Marrazzo aveva indicato cinque «interventi simbolici» nel patto contro la crisi da raggiungere entro la fine della legislatura regionale.

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L'istitutodi ricerca di biologia molecolare Angeletti, polo farmaceutico all'avanguardia nel Lazio, ceduto dalla multinazionale Merck & Co. Bene, oggi questo salvataggio è naufragato. I sindacati hanno firmato la cassa integrazione per i 150 ricercatori. Gli assessori regionali al Lavoro e alla Ricerca, Alessandra Tibaldi e Claudio Mancini, hanno ammesso: «I dodici milioni investiti dalla Regione con l'obiettivo di salvaguardare le competenze dei ricercatori e mantenere un sito che rappresenta un'eccellenza nel territorio regionale rischia di sfumare». Se non è già sfumato. Infatti il piano appoggiato dalla Regione prevedeva l'impegno di una cordata sostenuta dall'Unione industriali di Roma che, invece, si è defilata. La Merck ha voltato le spalle alla Regione e ha firmato la cessione a una nuova società composta al 25% dal vecchio management (Nim) e al 75% da un imprenditore campano. Dei 150 lavoratori messi in cassa integrazione soltanto 78 saranno riassorbiti nei prossimi 15 mesi. In pratica dal rilancio si è passati al dimezzamento. L'idea è quella di chiamare il nuovo sito «Parco della Scienza». Un nome altisonante che nasconde un vero e proprio «sfratto» di cervelli. Quel «patrimonio di conoscenza» che Marrazzo voleva salvaguardare e che invece sarà costretto a emigrare.

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