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«Mirko non doveva morire così La fidanzata aspettava un bimbo»

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Ladisperazione del padre di Emily, la ventenne vicovarese che lotta fra la vita e la morte insieme alla creatura di quattro mesi che porta in grembo, non può più contare sul nuovo nucleo familiare che stava per formarsi, spezzato dalla strage del sabato sera sulla Tiburtina. «A ottobre dovevano andare a vivere insieme a Vicovaro con il suo Mirko: sabato sera intorno alle 10 stavano andando a mangiare un panino - prosegue il padre di Emily - non mi spiego come sia potuto accadere». Neanche la madre di Mirko Solitari riesce a farsene una ragione. Ma sulle responsabilità dell'incidente non sembra avere dubbi: «Poteva andare a uccidersi da solo e invece ha ucciso tanta altra gente», ripete sconsolata tra le lacrime, attorniata dai suoi familiari. «Mio figlio non doveva morire così, la sua ragazza aspettava un figlio, che se nascerà nascerà orfano». Anche gli altri familiari del giovane muratore vicovarese non hanno remore ad addebitare le responsabilità della strage. «Macchine così potenti non dovrebbero essere date in mano a certe persone - dice una zia della giovane vittima - mandandole a folle velocità si sentono ricchi, padroni della strada e poi fanno stragi». «Su quella Ferrari c'era un folle, solo un pazzo poteva andare così veloce in quel tratto di strada - aggiunge un cugino di Mirko - nel tratto vicino alla stazione delle polizia stradale di Tivoli, la strada si restringe, è a doppia corsia e il limite è di 40 chilometri orari». Un tratto, «quello dal Bar Crocetta all'incrocio di viale Mazzini» che gli stessi dirigenti della polizia locale indicano da tempo come ad alto rischio: «È stretto e chiuso dai palazzi, ci sono troppe uscite e non c'è neanche lo spazio necessario per poter allargare la sede stradale». Che, non a caso, ha registrato molteplici incidenti negli ultimi anni. Ora il sindaco, Giuseppe Baisi, vuole trovare una soluzione alla pericolosità del tratto di Tiburtina-Valeria che attraversa la città. «È mia intenzione, oltre a esprimere il cordoglio alle famiglie delle vittime, convocare il prima possibile un tavolo di concertazione con la polizia stradale per individuare misure in grado di mettere in sicurezza, come i semafori ad esempio, sia i pedoni che gli automobilisti. Finora, nonostante alcuni percorsi alternativi delineati per i pedoni, non ci si è riusciti, ma questo fatto così devastante - conclude Baisi - ci impone di trovare una soluzione». Ant. Sbr.

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