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Parioli, il salotto «bene» è diventato un vero suk

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Rifiuti non raccolti, un esercito di ambulanti abusivi buche transennate, auto in doppia fila e sui marciapiedi

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VialeParioli: da vetrina della «Roma bene» a «suk» di periferia metropolitana. Dove gli abusi si moltiplicano e i controlli latitano. Quella che è sempre stata la via più «in» della Capitale, secondo i residenti, è precipitata da qualche anno nel caos. Per rendersene conto, basta farsi un giro nel quartiere all'ora di pranzo. Quando gli impiegati si riversano nei ristoranti più chic disseminati lungo il viale e gli automobilisti cercano disperatamente un parcheggio. A complicare la situazione i venditori ambulanti, sia abusivi sia regolari, che stazionano sui marciapiedi. Dal civico 16 in giù una ventina di tendoni si affollano uno dopo l'altro per 200 metri. Tra la mercanzia in mostra, c'è solo l'imbarazzo della scelta. C'è chi vende borse colorate di finta pelle a 10 euro, chi propone per pochi spiccioli perline e collanine di bigiotteria. La ragazza cinese espone su un banchetto improvvisato occhiali da vista «di qualità». Davanti a un vecchio camioncino bianco, su una sedia improvvisata, si danno il cambio invece due venditori di colore. «Abiti da lavoro» in vendita: camici bianchi da infermiere, tute blu da metalmeccanico, coprivesti a fiori per le massaie. Un gruppo di senegalesi presenzia, qualche metro più in là, l'ingresso di un supermercato: imbastiti due banchetti con le cassette di frutta vuote, sistemano borse e portafogli griffati (Gucci, Prada, D&G) su un telo bianco. E subito arrivano le signore del quartiere cariche di buste della spesa: clienti affezionate, a quanto sembra dalle battute e dai discorsi che si scambiano. Immancabili poi le solite bancarelle di vestiti e maglie a poco prezzo, e quelle di oggetti per la cucina e accessori per la casa a partire da un euro. A conclusione della filarata di tendoni bianchi, ecco il banco di coperte, piumini e plaid di lana: come non buttarci un occhio alla vigilia della stagione invernale? Tra gli ambulanti regolari, si aggira un ragazzo che vende ombrelli, nonostante il sole che splende (non si sa mai). Più avanti si sistemano due italiani, dall'apparente età di 50 anni. Con un'accuratezza quasi maniacale, sistemano fuori da piccole scatole blu cravatte in simil-seta. Zigzagando tra i venditori e i tavolini dei bar, è facile accorgersi che, quel che resta del marciapiede, non è affatto pulito: scatole di cartone ammassate, deiezioni di cani e cassette di alimenti fanno bella mostra ai margini degli stand. C'è addirittura un carrello da netturbino, con tanto di cesto stracolmo di rifiuti, abbandonato in un angolo, appoggiato sul tronco di un albero. A piazza Santiago del Cile un motorino in disuso è stato buttato sul ciglio della strada, mentre nella piazzola verde che fa da rotatoria c'è quel che resta di una panchina di marmo. Se poi dal marciapiede ci spostiamo in strada, lo scenario peggiora: auto in doppia e addirittura in tripla fila, alcune davanti agli scivoli per i portatori di handicap e Suv che hanno invaso con le ruote gli spazi riservati ai pedoni. Ma i controlli? Sarà un caso, ma di tutte le infrazioni riscontrate, nessuna multa è stata elevata nel corso di un'ora. Nessun vigile si è affacciato su viale Parioli. Lasciando il quartiere nel caos più totale. Sul piede di guerra i residenti: «Qui da noi è così sempre – commenta Carlo Ricci, presidente del Comitato Cittadini II Municipio – Sono cambiate le amministrazioni, ma la realtà è sempre la stessa». Un problema annoso, quello del quartiere della «Roma bene»: «I vigili semplicemente non ci vanno. Non so se per disposizioni comunali o perché hanno paura degli ambulanti. Vorremmo solo capire una cosa: nei mercati ci sono posti liberi, perché allora non vengono assegnati ai venditori che affollano le nostre strade?».

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