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Schede ritoccate per dare la residenza a chi occupa

Ex scuola

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Pratiche amministrative manomesse in XV Municipio. Sta assumendo i contorni dello scandalo il giallo delle residenze concesse a decine di occupanti abusivi dell'ex scuola «8 Marzo», alla Magliana, periferia di Roma. Lo rivelano gli stessi uffici comunali. Il vigile urbano ha scritto «no» alla residenza, ma il giudizio contrario è stato successivamente cancellato. Cioè: i pareri negativi alle singole richieste di residenza, riportati su ciascuna scheda compilata dall'operatore che ha eseguito l'ispezione, sono stati sbarrati e controfirmati da un altro collega. C'è chi nella firma avrebbe riconosciuto quella di un vigile urbano iscritto alla Cgil, il sindacato di sinistra. Risultato? Quando la pratica è passata all'esame dell'Anagrafe l'impiegato ha dato la sua approvazione. Al momento, i residenti all'ex scuola dell'«8 Marzo» sono 31, di cui 12 italiani. Come mai la cancellatura? C'è stato l'ordine di dare il via libera per gli occupanti? E ancora. La residenza può essere concessa anche se chi la richiede è stato denunciato per invasione di edificio pubblico, come nel caso degli abitanti dell'ex scuola alla Magliana? Il responsabile dell'Anagrafe del XV Municipio, Luciano Luppino, prova a fissare dei punti certi. «La richiesta di cambio di residenza - spiega - deve essere accolta anche se avanzata da un occupante. Tempo fa le persone dell'"8 Marzo" protestarono sotto le finestre dei nostri uffici perché non veniva concessa loro la residenza. Io sedai gli animi assicurando che tutte le domande sarebbero state prese in considerazione. Nella seconda fase — continua - l'iter prevede che l'ufficio anagrafico deleghi la Municipale a verificare la situazione abitativa. L'operatore va sul posto, appura che la persona abiti realmente lì e a che titolo. Alla fine della ricognizione, il vigile esprime un suo parere, favorevole o contrario alla concessione della residenza». E qui si verifica la stranezza. Sulle schede relative agli occupanti dell'«8 Marzo», al termine dell'accertamento, nello spazio riservato al parere, l'operatore della Municipale scrive in stampatello: «Negativo. Comunicato più volte, trattasi di scuola occupata. È in stato di pericolo». E poi aggiunge che il soggetto è stato segnalato all'Autorità giudiziaria per invasione di edificio pubblico (articolo 633 del codice penale). «Su questo non c'è dubbio - sottolinea il dirigente Luppino - in caso di denuncia del soggetto la residenza non può essere concessa, assolutamente». Morale: nessun occupante dell'ex scuola avrebbe dovuto ottenerla. Nei giorni scorsi, proprio su Il Tempo il presidente del XV Municipio, Gianni Paris, ha detto che «non ne sapeva niente. Io sono presidente di Municipio, questo è un fatto amministrativo, io non sono chiamato a esprimere giudizi. L'Ufficio anagrafico ha la scelta di dare le residenze e i vigili urbani fanno le loro verifiche». Critico il presidente della Commissione comunale sulla Sicurezza, Fabrizio Santori. «La notizia pubblicata da Il Tempo, delle minacce ai dipendenti pubblici per legalizzare le occupazioni nei municipi rossi - dice - se confermata, è estremamente grave e significativa: l'illegalità non solo trovava sponda nelle amministrazioni guidate dal centrosinistra, ma addirittura coperture e legittimazione». Il giallo resta. Anzi, sembra appena iniziato. A regolare gli accertamenti per la concessione della residenza è una legge nazionale, la 1228 del 1954. I criteri stabiliti però sono generici, per esempio non dicono come deve comportarsi l'Amministrazione nei casi di occupazione abusiva, ovvero quando l'aspirante residente è denunciato proprio per aver invaso l'edificio dove aha chiesto la residenza. Ma 55 anni fa le occupazioni non c'erano.

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