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"Galilei" e Cnr, ecco il lampione antistupro

Il lampione anti stupro alimentato ad energia solare (Foto Gmt)

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È stata la violenza sessuale della Caffarella a dare l'idea, l'inverno scorso, a quattro studenti dell'istituto tecnico Galileo Galilei. Claudia Vitale, Edoardo Gatta, Davide Di Bello e Jakub kubisztal (nella foto), tutti 18enni romani, hanno progettato e realizzato il primo lampione anti- stupro: un dispositivo alimentato da un pannello fotovoltaico e dotato di telecamera per sorvegliare parchi e zone prive di collegamenti alla rete elettrica e telefonica. «Quando lo abbiamo progettato - spiega Claudia - volevamo che fosse usato per garantire la sicurezza in zone buie, sia che funzionasse con fonti di energia rinnovabile». Il lampione infatti è alimentato dalla luce del sole. Inoltre per ridurre i consumi, la telecamere a raggi infrarossi entra in funzione solo quando rileva dei movimenti: registra e manda tramite un collegamento wi-fi il girato a un centro di vigilanza. «Per realizzare un prototipo - spiegano i ragazzi - occorrono 3 mila euro - ma, visto che si alimenta con l'energia solare, il costo di mantenimento è bassissimo». Ma questa è solo una delle tante invenzioni protagoniste ieri della presentazione di «Light '09, accendi la luce sulla scienza», la manifestazione ospitata dal Planetario e museo Pigorini e organizzata dal Cnr e dall'Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali. A mostrare in anteprima prototipi e progetti, non c'erano scienziati e ricercatori, ma giovanissimi studenti ancora in età da liceo. Da grandi vogliono fare tutti gli ingegneri e il loro divertimento preferito è «giocare» con l'elettronica. I ragazzi dell'istituto Cardano, Von Neumann, Bernini e Galilei, per esempio, si sfidano su un percorso a ostacoli. Su un circuito fatto di vicoli e muri, piccoli robot, pensati e costruiti dagli studenti, devono catturare più lucine possibili. «Non sono telecomandati - dice Areeba, 17 anni - sono computer con un intelligenza autonoma capace di rilevare la luce. Invece questi finti baffi - spiega la ragazza mostrando il suo robottino rosa - servono per evitare gli ostacoli». In un altro angolo dell'esposizione, sei ragazzi giocano a calcio da tavolo, non con il classico biliardino, ma con dei robot-calciatori. «Questi prototipi - spiega Lorenzo, 17 anni - hanno vinto nel 2008 il mondiale della robotica in Austria. Li abbiamo costruiti noi. Il mio per esempio è concepito per fare l'attaccante». Lorenzo schiera il robot in campo, la partita comincia e il tifo è da stadio. (Fotoservizio Gmt)

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