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Minacce per ottenere la residenza

Occupazioni, il giorno degli arresti all'ex 8 Marzo

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ROMA - Novantasette residenze concesse ad altrettanti occupanti del palazzo Inpdap a Corso Italia (piazza Fiume) quando in II Municipio era presidente Guido Bottini (centrosinistra), più di 40 in tre scuole a Ostia quando il centrosinistra guidava il XIII Municipio era presidente Guido Bottini (centrosinistra), più di 40 in tre scuole a Ostia quando il centrosinistra guidava il XIII Municipio e 31 nell'ex scuola «8 Marzo» alla Magliana, oggetto della prima inchiesta giudiziaria in Italia sulle illegalità compiute all'interno delle occupazioni. Come sia stato possibile concedere le residenze, legalizzando di fatto le occupazioni, che sono un reato, lo abbiamo chiesto al presidente del XV Gianni Paris, perché la scuola finita nell'inchiesta è nel suo Municipio.   Come sia stato possibile concedere le residenze, legalizzando di fatto le occupazioni, che sono un reato, lo abbiamo chiesto al presidente del XV Gianni Paris, perché la scuola finita nell'inchiesta è nel suo Municipio. «Non lo sapevo, l'ho sentito adesso» risponde Paris, ma poi dice che «l'ufficio anagrafico ha la scelta di dare residenze e i vigili urbani fanno le loro verifiche». Alle verifiche nell'ex scuola occupata a via dell'Impruneta, però, sono seguiti rapporti negativi sulle singole richieste che terminavano con la denuncia per invasione di edificio pubblico. Carta straccia. «Presumo che possano esserci state delle minacce, una sorta di intimidazioni però non ho notizie di queste cose» continua Paris, che però dimostra di essere al corrente della manifestazione di protesta dei centri sociali sotto le finestre comunali dopoché una dipendente del XV stoppava le pratiche sollevando obiezioni, notizia resa nota ieri su Il Tempo. Minacce e volontà politica, anche così sono state in un certo modo autorizzate le occupazioni a Roma. Parlano i numeri, nei municipi di centrosinistra, che hanno dato residenze a man bassa a chi ha commesso un reato: 97 in un solo stabile in II Municipio, dove oggi vivono circa 200-300 persone, soprattutto immigrati, «quando il centrosinistra aveva la presidenza» conferma Daniela Chiappetti, consigliere municipale Pdl, una delle più accanite sostenitrici dello sgombero del palazzo Inpdap occupato «il 2 febbraio 2007 da Action», quello coi portieri-kapò che hanno le chiavi dell'edificio, e controllano e fanno entrare chi vogliono. «Tutte e 97 le residenze sono state concesse dall'ufficio anagrafico locale durante l'amministrazione rossa» ricorda Chiappetti. «Le hanno date subito e hanno continuato a farlo - dice - ma l'en plein l'hanno fatto poco prima delle ultime elezioni comunali, quando Veltroni si è dimesso per andare a Palazzo Chigi». E i controlli dei vigili? Una formalità. «Dopo la richiesta bastava verificare che l'occupante svolgesse la sua vita a Corso Italia 55» dice. Un percorso semplice, per chi ha commesso un reato. Reso possibile da una normativa «piegata» a piacimento, per Chiappetti. «La legge 1228 del 1954, quella che consentiva di avere una residenza anche in una grotta. Ma era una legge di più di mezzo secolo fa, perfetta per un'Italia che viveva anche di pastorizia, e aveva la necessità di rintracciare tutti, compresi i pastori che vivevano per mesi insieme ai loro animali, lontano da casa». La verità sarebbe un'altra. «Il via libera alla concessione di residenze era un ordine di scuderia che partiva dal vecchio Campidoglio» dice Chiappetti. E che altro sennò? «Oggi con la nuova presidenza Pdl, nessuno le ha più avute». E a sostegno della sua tesi ricorda il video della conferenza stampa di Bottini del 12 ottobre 2007 sul caso Corso Italia finito su Youtube. «Sa cosa dice Bottini delle occupazioni? parla di "aree marginali della nostra società" anche se a Roma sono stati mappati oltre 115 edifici occupati, tra pubblici e privati; e dice anche che in un Paese civile va fatto un "distinguo tra occupazione e occupazione", affermando di fatto che le occupazioni non vanno contrastate».

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