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Seimila negozi a rischio chiusura

Negozi a rischio chiusura nella capitale

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Tremila negozi chiusi a Roma dall'inizio di quest'anno ad agosto. Altri tremila che rischiano di fare la stessa fine entro dicembre. E sono a rischio 20 mila posti di lavoro. Sono dati allarmanti quelli della Confesercenti provinciale che traccia un bilancio dei primi otto mesi del 2009. «Siamo ancora in piena crisi – tuona Valter Giammaria, presidente della Confesercenti – i dati lo dimostrano e non possono essere messi in discussione». Dati che guardano a quanto accaduto fino ad oggi ma che, soprattutto, non fanno ben sperare neanche per l'immediato futuro. Se le previsioni dell'associazione di categoria si rivelassero veritiere significherebbe, infatti, la sparizione in un anno dallo scenario capitolino di circa sei mila negozi, il 30% dei quali nel settore del commercio. A questo si aggiunge un 25-30% di esercizi soggetti al turn-over, vale a dire al cambio di gestione, che indica il più delle volte impossibilità del negoziante di andare avanti e quindi la scelta di tirare i remi in barca. Gran parte della responsabilità di questa caporetto del commercio è certo da imputare alla crisi che ha fatto contrarre i consumi e cambiato le abitudini delle famiglie, sempre più propense a rinunciare al superfluo. Ma anche ai canoni degli affitti troppo elevati che mietono vittime in tutti i comparti. Nell'ultimo biennio, sempre secondo la Confesercenti, quasi 12 mila negozi al dettaglio, pari al 20% del totale, si sono visti raddoppiare, se non triplicare, il canone dopo la scadenza del contratto. A Roma, oggi, si arriva ad eccessi di richieste di 15 mila euro al mese per un piccolo negozio in centro storico. Affitti così alti, insieme alla crisi, hanno significato fine dell'attività per migliaia di commercianti.«Vogliamo farci promotori con il Governo di una legge che ponga un limite massimo all'importo degli affitti – fa sapere Giammaria – Non possiamo andare avanti in questo modo e continuare a non affrontare il problema».

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