Lavavetri ucciso nel parco
Ucciso nel parco della Caffarella a colpi di bastone sul volto e alla testa. L'altra notte l'aggressione mortale, ieri mattina il ritrovamento. Giallo sul movente. Esclusa la rapina: nel portafogli nella tasca dei pantaloni c'erano deisoldi. Forse è stato l'incrocio conteso, forse un regolamento di conti tra senza fissa dimora. Ma non si tralascia neppure il litigio scoppiato dopo una bevuta di birra: sul posto c'erano molte bottiglie vuote. La vittima si chiama Farah Alì Hassan, 55 anni. Il suo nome ricorda quelli assai frequenti tra i somali. Sulla tessera di una mensa sociale che i carabinieri gli hanno trovato indosso, però, la nazionalità risulta senegalese. Le verifiche sono in corso. I militari dell'Eur, comandati dal maggiore Rino Coppola, e del Nucleo investigativo di via In selci, che seguono le indagini, dubitano dell'autenticità dei documenti. Alì di "professione" faceva il lavavetri all'incrocio tra via dell'Almone e l'Appia Pignatelli. Ieri mattina la sua roba - tre bottiglie in plastica con acqua e sapone, una tanichetta tagliata a metà e un'altra confezione di detersivo - era ancora in un angolo dell'incrocio. Gli automobilisti che abitualmente passano di lì lo conoscevano bene, da quasi otto anni. La sua casa era una tenda nel Parco della Caffarella. Ieri mattina poco prima delle 9 è stata proprio la telefonata di una persona che stava correndo nel Parco ad avvertire i carabinieri: «C'è il corpo senza vita di una persona di colore disteso sotto un albero». I militari non hanno trovato l'arma del delitto: chi lo ha massacrato probabilmente se ne è disfatto durante la fuga. Nel pomeriggio l'autopsia eseguita all'istituto di medicina legale di piazzale dle Verano ha confermato: la morte è avvenuta tra la mezzanotte e le 3 del mattino dopo essere stato colpito al volto e alla nuca.