«Quei rapper spacciatori spregiudicati»
Il giudice: «Continuavano a vendere e comprare droga anche dopo i controlli»
.È il volto in ombra dei diciotto arrestati dai carabinieri due notti fa - tra rapper romani e nordafricani spacciatori di professione - descritto dal giudice Pina Guglielmi nelle 147 pagine di ordinanza di custodia cautelare. Sono state soprattutto le intercettazioni telefoniche a ricostruire i fili di questa trama e materializzare i sospetti dei militari della stazione Porta Cavalleggeri. «Le telefonate - spiega il Gip - sono di per sé significative della impressionante frequenza con la quale veniva svolta da tutti l'attività di spaccio, della fitta rete di rapporti con fornitori e acquirenti della quale gli indagati fruivano, della spregiudicatezza dagli stessi dimostrata nel reiterare le condotte illecite anche dopo i controlli delle forze dell'ordine e degli arresti da questi operanti nei confronti dei complici». Oltre agli arrestati (tra i 18 e i 33 anni di età, tra i quali sette ragazze), nell'inchiesta ci sono 26 denunciati (figurano quattro donne). Tra questi anche Nozy Narcos, al secolo Emanuele Frasca, 33 anni, rapper e writer italiano, membro del gruppo romano TruceBoys, a sua volta parte del Truceklan. Nozy compare anche sulla copertina del video hard e cd musicale «La calda notte» (che ha dato pure il titolo all'operazione dei carabinieri), girato insieme con l'altro big del rap capitolino, Armando Sciotto, detto er Chicoria, sempre in giro con droga e pitbull. È stato un suo gesto a dare il via all'inchiesta. Arrestato il 2 agosto 2008 in zona Gregorio VII dai militari di Porta Cavalleggeri, quando ai colloqui in carcere incontra la madre le passa un biglietto con su scritti i nomi di coloro che devono pagargli i debiti di droga. Gli agenti della Penitenziaria vedono tutto e all'uscita la fermano. L'altra scoperta, i poliziotti di Regina Coeli la fanno il 14 agosto controllando i pantaloni che la madre ha portato al figlio per il cambio: tra le pieghe c'è «una cannetta», un sigaretta con della sostanza stupefacente mischiata nel tabacco. «I pitbull, le mignotte, che pena! Il rap è tutta un'altra cosa - commenta Frankie Hi Nrg, uno dei maggiori esponenti del rap italiano - Non saranno questi quattro fessi a togliere vigore e nobiltà a una cosa bella come il rap. Ora la parte sana avrà più lavoro da fare per far capire che il rap può essere una cosa diversa, migliore, pulita. Il rap - aggiunge - è un lavoro, è essere autore, compositore. La droga, se vuoi, la usi, ma non bisogna farne una bandiera, va usata come accessorio, mai come fine. Io faccio rap, non promulgo il sesso estremo e l'uso di sostanze stupefacenti. E poi sono anche allergico al pelo di cane.... il pitbull non mi appartiene».