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"Roma festival shopping" Dieci giorni di festa e sconti

Ragazze giapponesi

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TOKYO «Roma festival shopping», è questa la novità annunciata ieri alla Fiera internazionale del Turismo di Tokyo dal presidente della Confcommercio Roma e Lazio, Cesare Pambianchi. Dieci giorni di eventi, mostre e shopping a prezzi scontati all'interno della settimana del Giappone a Roma, in calendario per ottobre 2010, per dare un nuovo impulso al turismo e al commercio. «Ovviamente gli sconti non verranno applicati soltanto al turista giapponese ma a tutti, anche ai romani - spiega Pambianchi - si tratta di creare un evento, come quello della settimana del Giappone a Roma e di ampliare le opportunità sia per il turista che viene a visitare la nostra città sia per i romani stessi». Sconti in vista quindi per i negozi ma anche per i biglietti per il teatro del'Opera e per l'Auditorium e il lancio di menù turistici particolari, creati ad hoc per il festival dello shopping. «Abbiamo pensato a dieci giorni per includere nell'evento almeno due fine settimana - continua il presidente di Confcommercio Roma - un evento che sarà certamente dedicato alla cultura giapponese ma che può essere un vero e proprio rilancio del settore dopo un periodo di crisi e in una stagione dell'anno, quella tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre, in cui il commercio si rivela sofferente». Per quanto riguarda poi l'«amicizia» con il popolo del Sol Levante, «pensiamo ad esempio di offrire sakè nei negozi - propone Pambianchi - mentre abbiamo intenzione di creare un evento sportivo che metta insieme i due sport nazionali di Italia e Giappone, vale a dire un incontro di calcio e un incontro di sumo, magari allo stadio Flaminio». Sulla proposta si è detto d'accordo anche il presidente della Federalberghi, Giuseppe Roscioli, che dopo aver ricordato la perdita di fatturato del 20-30% dovuto alla crisi ha posto l'accento sulla necessità di un nuovo sviluppo dell'intero sistema ricettivo romano. Una strategia, quella dell'incremento non più del turismo «ma dei turismi», come precisa il vicesindaco Mauro Cutrufo, che deve andare di pari passo con lo sviluppo, e dunque l'incremento dei servizi della città. L'obiettivo del resto è ambizioso: «entro cinque, sei anni portare a 50 milioni gli arrivi e moltiplicare le presenze dei turisti» ricorda Cutrufo. Una strategia che non può non prevedere un'entrata diretta nelle casse del Campidoglio. Obiettivo questo già allo studio dell'amministrazione. L'idea, già presentata al ministro Brambilla da Roma, Firenze e Venezia è quella di trattenere nelle casse comunali il 2% dell'Iva incassata dal settore del turismo e finalizzare questa entrata all'incremento dei servizi per la città, dai rifiuti alle infrastrutture. «Il fatturato legato al turismo a Roma è di circa 6 miliardi di euro l'anno, di questi circa un miliardo entra direttamente nelle casse dello Stato per effetto dell'Iva - spiega Cutrufo - trattenere una percentuale tutto sommato irrisoria, come quella del 2% porterebbe nelle casse comunali almeno 200 milioni di euro l'anno». Si tratterebbe insomma di una particolare «tassa di scopo» per finanziare anche opere e lavori ad alto impatto turistico, come ad esempio la ristrutturazione di via dei Fori Imepriali. Sulla proposta sono già d'accordo Confcommercio Roma e Lazio, presieduta da Pambianchi e l'ente bilaterale del Turismo, presieduto da Mulas. «In questo modo non si penalizzano solo gli albergatori - commentano i due riferendosi all'ipotesi, concreta, dell'introduzione della tassa di soggiorno - si tratterebbe anzi di una misura equa e di uno sgravio fiscale importante per le imprese che operano nel settore del turismo». La proposta è sul tavolo del ministro e richiederà probabilmente tempi lunghi, mentre l'introduzione di una «tassa di scopo» potrebbe ben rientrare nelle competenze di Roma Capitale, a maggior ragione che tra i poteri speciali concessi ad Alemanno figura anche la «valorizzazione dei beni archeologici», una chiave di volta non più trascurabile.

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