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Ztl nella Gay Street, ma senza avvisare i residenti

Roma: via San Giovanni in Laterano, la cosiddetta Gay Street, nei pressi del Colosseo

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Il filo diretto con la cronaca di Roma. Potete inviare lettere, commenti e segnalazioni a questo indirizzo e-mail (clicca qui), al numero di fax 06/675.88.324 o via posta a Il Tempo - Lettere, piazza Colonna 366 - 00187 Roma.   Approvata in tempi record mercoledì dalla Giunta comunale, la zona a traffico limitato in via San Giovanni in Laterano - che sarà chiusa alla circolazione tutti i giorni dalle 21 alle 3 - è già realtà. Così come è reale il malcontento dei residenti, già provati dagli schiamazzi notturni della "movida, che replicano: «Potevano almeno avvisarci». La Ztl è scattata sabato notte. A presidiare il varco c'erano due auto dei vigili urbani, più altri quattro "a passeggio" su e giù per i 74 metri di via San Giovanni in Laterano. L'idea dell'assessore ai Trasporti Sergio Marchi nasce dall'esigenza di aumentare la sicurezza in quella che ormai porta il nome di "gay street", nota alle cronache per l'episodio dei due petardi lanciati sulla folla la notte tra il primo e il 2 settembre. «Nessuno ci ha detto niente - dice Simona che abita nel tratto di strada chiuso - Appena ieri (sabato) i vigili mi avevano assicurato che la Ztl sarebbe partita solo dopo averlo comunicato ai residenti». «Io vivo qui da 50 anni - dice Nunzio - ma quello che sta succedendo non è accettabile. Innanzitutto non si capisce perché via di San Giovanni in Laterano, un antico asse sistino, debba essere chiamata "gay street". Per modificare la toponomastica serve un decreto, non bastano un paio di locali». Il rione Celio cambia aspetto a seconda degli orari. Di giorno, i ristoranti della via, a due passi dal Colosseo, sono affollati di turisti; dall'aperitivo in poi, tra happy hour e musica ad alto volume, la strada diventa luogo di ritrovo per giovani anche omosessuali. «Non ne possiamo più. Al Campidoglio si sono completamente dimenticati che qui la gente ci vive - dice Antonio, un altro residente - La notte non si dorme, non si trova mai parcheggio e la sera facciamo fatica pure a rientrare dal portone. Ci sono denunce in Procura da parte nostra per chiedere lo spostamento di questi locali. Ne vediamo di tutti i colori. Non è raro assistere a rapporti sessuali nelle macchine e perfino in strada. Per me - conclude Antonio - i gay sono esseri umani come gli altri, ma non capisco tutto questo esibizionismo». L'associazione Arcigay e il delegato del sindaco per il centro storico, Dino Gasperini, invece, si dicono soddisfatti. «La ztl - ha dichiarato Gasperini - è un segnale importante anche in vista della fiaccolata organizzata il prossimo 24 settembre per dire basta a ogni forma di razzismo».   La lettera - Gentile redazione, abito in via San Giovanni in Laterano, quella che ormai tutti chiamano "gay street" anche se io, per esempio, non sono gay. Non ho niente contro gli omosessuali e non ho niente neanche contro la presenza di molti locali nella mia strada e sulla pedonalizzazione da poco decisa dal Comune. Ma non mi stanno bene tre cose: l'eccessivo rumore derivante dagli schiamazzi dei ragazzi che affollano i locali, che di notte spesso superano i limiti orari dell'apertura; il comportamento sessuale, diciamo pure poco ortodosso e troppo libertino di alcuni gay, che ho visto con i miei occhi in tarda notte dalla finestra di casa mia, e, non ultimo, la pedonalizzazione in fretta e furia della strada decisa dalla Giunta comunale, che quando c'era da prendere provvedimenti in base alle nostre lamentale ha fatto orecchie da mercante e quando poteva interpellare i residenti sulla ztl, ha messo "il turbo" al suo potere decisionale. Un residente.  

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