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Apertura all'Udc e maggiore rispetto per l'avversario politico

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Ilgovernatore Piero Marrazzo approfitta dell'assemblea di Sinistra e Libertà per inviare messaggi chiari. Non solo alla sinistra. Parlando all'auditorium di via Rieti, il presidente della Regione auspica «una coalizione il più ampia possibile», che vada da Sinistra e Libertà all'Udc. Proprio ai centristi Marrazzo offre un assist quando parla dela riforma della legge elettorale e della ventilata abolizione del listino, osteggiata proprio dall'Udc. «La riforma della legge elettorale non si fa se non c'è un accordo di tutta la maggioranza, ma io sono un democratico e voglio anche il consenso dell'opposizione. Il listino è una scocciatura perché i partiti lo vogliono condizionare, ma i cambiamenti vanno fatti cum grano salis». Insomma, non sarà proprio una dichiarazione d'amore, ma l'apertura verso il partito di Casini è palese. Anche perché il sostegno dell'Udc potrà essere determinante per il centrosinistra per confermarsi alla guida del Lazio e il governatore vuole «collaborazione» tra i democratici e le forze moderate e cattoliche. Alle porte c'è una campagna elettorale che si preannuncia lunga e logorante per tutti. Marrazzo vuol fare in modo che almeno non sia velenosa. Il governatore auspica «una campagna elettorale che non sia caratterizzata dalla demonizzazione dell'avversario politico» e propone un «decalogo», una sorta di codice deontologico della campagna elettorale da concordare con lo sfidante del Pdl. Secondo il governatore, i toni del dibattito politico quest'estate sono andati decisamente sopra le righe e sono stati sin troppo esacerbati. Ora bisogna «ritrovare serenità». A chi gli chiede se si ricandiderà, Marrazzo risponde così: «Perché non dovrei farlo? Mi candiderò a difesa dell'esperienza di governo mia e di tutto il centrosinistra. Non sono più il candidato spendibile perché ho buoni sondaggi, sono felice di avere la stima delle persone anche se con questo imbarbarimento della politica qualcuno cercherà di farla venire meno. In questi anni abbiamo lavorato bene, ma non mi basta - ha proseguito - io voglio sapere se c'è condivisione politica e allora sarò il candidato di tutti». Marrazzo ha poi fatto il punto sull'imminente rimpasto di giunta: «Ho il dovere di dare una quadra politica a fine mandato per costruire un patto di coalizione». Infine, il governatore ha affrontato il tema del piano sanitario: «Non voglio fare il becchino del welfare sociale e della sanità. Il riordino delle rete ospedaliera è fermo sul mio tavolo non per una formalità ma per un processo di condivisione con i sindaci del Lazio e i sindacati. Non chiuderò gli ospedali ma ho il dovere di cambiarli perché sono un riformista. Il dibattito è "quale sanità" e non "se chiuderò gli ospedali". I posti letto in provincia a volte servono solo a dare posto a qualche primario e non alla salute dei cittadini». Quanto all'ospedale di Subiaco, Marrazzo ha precisato: «Non lo chiudo ma non può restare così com'è».

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